Economia

Mattarella: «Evasione indecente. Sfruttate le tasse pagate da altri»

Mattarella: «Evasione indecente. Sfruttate le tasse pagate da altri»Sergio Mattarella – LaPresse

Legge di bilancio Il governo punta a recuperare 13 miliardi di euro in 3 anni, 3,2 nel 2020. Polemica di Fico e Casellati sulle due letture della manovra, con fiducia: rispetto per il parlamento

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 10 dicembre 2019

«Indecente». Così ha definito l’evasione fiscale il presidente della Repubblica Sergio Mattarella rispondendo alla domanda di uno studente ieri al Quirinale. «È una cosa davvero indecente, perché i servizi comuni, la vita comune è regolata dalle spese pubbliche. Se io mi sottraggo al mio dovere di contribuire sto sfruttando quello che gli altri pagano, con le tasse che pagano». «Il problema è di norme, di interventi, di controlli, di verifiche – che stanno dando qualche risultato – ma è soprattutto di cultura e di mentalità. Se io mi sottraggo al mio dovere di contribuire sto sfruttando quello che gli altri pagano, con le tasse che pagano. E questa è una cosa di particolare gravità. L’evasione fiscale è calcolata nell’ultimo documento ufficiale dell’anno passato circa 119 miliardi di euro: una somma enorme».

DIVERSAMENTE da quanto circolato qualche settimana fa l’importo stimato quest’anno dal governo dalle misure anti-evasione contenute nella legge di bilancio è stato dimezzato, almeno rispetto al 2020. Sono stati infatti previsti 3,2 miliardi, e non sette. Nel 2021 e nel 2022, la stima dell’Ufficio parlamentare di Bilancio è rispettivamente 4.999 e 4.590 miliardi di euro. In totale: 13 miliardi di euro in aggiunta all’attività ordinaria nel prossimo triennio. La somma dovrebbe essere confermata nel corso dell’iter parlamentare della manovra che ieri ha provocato una polemica da parte del presidente della Camera Roberto Fico (Cinque Stelle). «Sulla manovra, il governo deve capire che va mandata alle Camere nei tempi previsti. Se andiamo troppo oltre il tempo diventa pochissimo e ci troviamo in questa situazione, che non è tollerabile» ha detto Fico incontrando la stampa parlamentare. «Vogliamo far rispettare le prerogative dei parlamentari – aggiunge-. Ci deve essere un cambio di passo, anche se il problema c’era anche in altre legislature». «La stessa preoccupazione che ho espresso nella mia lettera di risposta e che riporterò nella capigruppo per i 3 decreti pervenuti al Senato, dalla Camera, pochi giorni fa e in scadenza il 23, il 25 e il 29 dicembre» ha aggiunto la presidente del Senato Casellati (Forza Italia).

LA POLEMICA è nata dal fatto che la legge di bilancio dei «giallorossi» al governo potrebbe diventare la quarta nella storia della Repubblica approvata con la doppia fiducia dopo sole due letture. Uno dei rami del Parlamento, in questo caso la Camera, rischia di non potere intervenire sul testo. L’iter al Senato dura dal 2 novembre e può rendere impossibile ai deputati apportare eventuali modifiche. Si rischia di non approvare la manovra entro il 31 dicembre, provocando l’esercizio provvisorio. È già accaduto nel 2010, nel 2011 e nel 2016. «Fatevi un esame di coscienza – ha detto in aula al Senato il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo – A settembre dicevate che sareste andati al governo per evitare l’esercizio provvisorio e invece rischiate di andarci per la vostra incapacità di governare». Va ricordato che quando la Lega era al governo con i Cinque Stelle, proprio l’anno scorso, la manovra fu approvata al buio, senza che il parlamento potesse rendersi conto che cosa davvero stava votando. Per evitare l’esercizio provvisorio, ma soprattutto perché quella legge di bilancio è stata riscritta in corsa per evitare il commissariamento da Bruxelles. Ma era un altro tempo, quando al governo c’erano quelli che sbattono i pugni sui tavoli, negoziano il Mes e, da quando sono all’opposizione, si sono riconvertiti. Altra storia, altri talenti.

LA LEGGE DI BILANCIO dovrebbe essere votata dal Senato entro venerdì e passare alla Camera la settimana prossima. È stato depositato in commissione Bilancio al Senato il secondo pacchetto di emendamenti alla manovra dei relatori. Numerosi i rinvii: si va dallo slittamento di sei mesi, dal 31 dicembre 2019 al 30 giugno 2020, delle norme sulle intercettazioni alla stabilizzazione dei precari della P.a passando per la conferma del bonus verde. Indennizzi per le violenze estesi a sfregi al viso. Il cosiddetto «milleproroghe» preparato dal governo dovrebbe restare fuori dal provvedimento e seguire un percorso autonomo, probabilmente, come di consueto, come decreto legge. Nuovo attacco alla «plastic tax», più che dimezzata,, da Federazione Gomma Plastica, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec: «L’imposta rimane fissata a 0,50 euro al chilo: una somma comunque esorbitante se si considera che le più comuni materie plastiche ne costano 0,80. Invariato anche l’impianto fiscale: un’imposta di consumo, di complicata gestione, gravata da un sistema sanzionatorio rischiosissimo (fino a 10 volte l’imposta non versata) e incontrollabile per eventuali esenzioni (mancano i più elementari criteri di verifica)». Dunque, dicono, «l’allarme tra le 3.000 imprese del settore e i loro 50.000 lavoratori rimane altissimo».

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