Se il governo decide di riunirsi il primo maggio, in modo che Giorgia Meloni possa fare vedere che le luci delle sue finestre a Palazzo Chigi sono accese anche nel giorno della festa dei lavoratori, Sergio Mattarella anticipa di due giorni la sua esternazione sul tema. Il che potrebbe essere occasione per dettare l’ordine del discorso prima che il consiglio dei ministri speciale convocato dalla premier provi a occupare l’agenda dei media in un giorno che invece dovrebbe servire a mostrare le esigenze del mondo del lavoro.

Il presidente della Repubblica compare a Reggio Emilia, in visita al distretto della meccatronica (settore produttivo al crocevia tra meccanica, elettronica e informatica che dovrebbe trainare quella che comunemente viene definita «quarta rivoluzione industriale») dedito principalmente alla robotica, all’automazione industriale, all’avionica e ai sistemi meccanici automatici degli autoveicoli. Il Gruppo Meccatronico di Unindustria Reggio Emilia conta 400 aziende, ci lavorano oltre 27.000 dipendenti per un fatturato complessivo di oltre 11 miliardi di euro.
Il passaggio allo stabilimento Landi Renzo di Corte Tegge di Cavriago e alla Walvoil è l’occasione per ricordare che non esiste innovazione produttiva senza rispetto dei diritti disegnati dalla Costituzione. «Un nuovo mondo del lavoro si affaccia e si affianca a quello esistente – dice Mattarella – Dobbiamo saper inverare i principi costituzionali nei nuovi modelli produttivi con eguale saldezza». Poi stigmatizza «la tentazione di arrendersi all’idea che possa esistere il lavoro povero, la cui remunerazione non permette di condurre una esistenza decente. Ma è necessario affermare con forza, invece, il carattere del lavoro come primo, elementare, modo costruttivo di redistribuzione del reddito prodotto».

Applaudito a più riprese da lavoratrici e lavoratori, Mattarella sostiene che il Pnrr è una «ineguagliabile opportunità che offre per ridurre e colmare ritardi strutturali», esorta la politica a lavorare per ridurre le disuguaglianze territoriali e afferma che «il lavoro è parametro che permette di misurare l’effettivo livello di parità, sul terreno della occupazione e dei salari, tra donne e uomini». Invita poi a «porre in primo piano gli infortuni sul lavoro, che distruggono vite, gettano nella disperazione famiglie, provocano danni irreversibili, con costi umani inaccettabili». Infine, sottolinea che «lo sfruttamento ai danni dei minori costituisce un grave furto di futuro, sottraendo questi ragazzi alla scuola e spingendoli verso la marginalità. È un tema che riguarda anche la condizione di molti lavoratori immigrati».