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Matrimonio tra gay, Alfano e procura contro la sentenza

Matrimonio tra gay, Alfano e procura contro la sentenza

Grosseto Scontro tra giudici dopo il sì del tribunale

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 11 aprile 2014

All’indomani della sentenza con cui una coppia di uomini italiani, sposata a New York nel dicembre 2012, ha ottenuto dal tribunale di Grosseto il via libera alla trascrizione del loro matrimonio nei registri di stato civile, l’unica certezza è che tra favorevoli e contrari non ci sono punti di contatto. Perfino la richiesta della Consulta di una legge organica, ricordata dal senatore democrat Sergio Lo Giudice in un suo appello a un intervento del parlamento, viene considerata irrealizzabile.

Al di là del secco «vade retro» della Cei, valgono le parole della deputata alfaniana Dorina Bianchi, che sembra rispondere a Lo Giudice quando osserva: «Per dare una risposta politica seria alla sentenza non ci possono essere iniziative frammentarie e a macchia di leopardo, le quali andrebbero piuttosto ricondotte al parlamento con leggi nazionali». Poi però arriva la chiusura. Netta: «Peraltro in questa particolare fase storica, le priorità del nostro paese sono le riforme economiche e istituzionali». Come conseguenza diretta dell’inazione della politica, a Grosseto è partita una battaglia legale in piena regola. Fra magistrati. La decisione del presidente del tribunale Paolo Cesare Ottati di far trascrivere nei registri comunali il matrimonio fra Stefano Bucci e Giuseppe Chigiotti – primo caso in Italia – trova l’opposizione del procuratore Francesco Verusio: «Per fortuna esiste una sentenza della Cassazione che dice chiaramente che non si può fare. Stiamo già predisponendo le motivazioni della nostra impugnazione in appello». Nonostante che il sindaco maremmano Emilio Bonifazi abbia annunciato la non opposizione del comune, chiamando a sua volta a un intervento parlamentare chiarificatore.

Il caso passerà dunque nelle mani di un altro giudice, che certo non avrà un compito facile. In prima battuta a causa della posizione della Consulta, richiamata da Lo Giudice. A ruota per le considerazioni giuridiche: nella sua sentenza, il giudice Ottati segnala che «non è individuabile alcun riferimento al sesso in relazione alle condizioni necessarie per contrarre matrimonio». Inoltre non è previsto, nell’ordinamento italiano, alcun «impedimento derivante da disposizioni di legge alla trascrizione di un atto di matrimonio celebrato all’estero». Per giunta la trascrizione non ha natura «costitutiva, ma soltanto certificativa e di pubblicità di un atto già valido di per sé». In sostanza, se il matrimonio celebrato negli Stati Uniti è valido, non c’è norma che ne impedisca la trascrizione in Italia.

Infine Ottati cita la Corte europea dei diritti dell’uomo: «Non ritiene più che il diritto al matrimonio debba essere limitato in tutti i casi al matrimonio tra persone di sesso opposto, anzi ha affermato come il diritto al matrimonio abbia acquisito un nuovo e più ampio contenuto, inclusivo anche del matrimonio contratto tra due persone dello stesso sesso». Sul fronte opposto, il procuratore Verusio segnala una sentenza della Cassazione che boccerebbe la richiesta. La stessa Cassazione però, ricorda l’avvocato Claudio Boccini che assiste Bucci e Chigiotti, in un’altra sentenza (4184 del 2012) ha dato via libera alla trascrizione.

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