Matilde Serao
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Cultura

Matilde Serao investigatrice d’eccezione nella Napoli dei primi del Novecento

NARRAZIONI «Luci sulla città» è il nuovo libro di Massimiliano Virgilio edito da Feltrinelli
Pubblicato 2 giorni faEdizione del 29 ottobre 2024

Matilde Serao è stata una figura di primaria importanza all’interno della storia della letteratura e del giornalismo. Famosa, tra l’altro, per aver fondato a Napoli insieme al marito, Edoardo Scarfoglio, il quotidiano Il Mattino – che in pratica, anche se non ufficialmente, diresse – fu la vera signora del giornalismo italiano.
Firmataria del manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce, c’è chi sostiene che per queste sue posizioni politiche (e per l’intervento diretto di Mussolini) non ricevette il premio Nobel nel 1926. Descrisse, infine, con piglio verista le condizioni inumane di vita delle fasce più deboli della popolazione napoletana nel suo libro più famoso, Il ventre di Napoli.

INSOMMA, «‘A SIGNORA», come la chiamavano, ebbe una vita a dir poco piena. Oggi uno scrittore napoletano, Massimiliano Virgilio, vuole omaggiarla con un altro titolo e, nel suo ultimo romanzo, la trasforma in detective. Il libro, uscito per Feltrinelli, si intitola Luci sulla città. Un’inchiesta per Matilde Serao (pp. 233, euro 18) e vede la giornalista ritornare nei vicoli e negli anfratti che aveva frequentato per risolvere un barbaro omicidio commesso ai danni di un suo vecchio amico, di fede socialista, Carlo Montanari. Le autorità, naturalmente, non hanno alcuna intenzione di scavare a fondo sul delitto e tendono a minimizzare, facendolo passare per l’esito di una diatriba interna tra socialistoidi. «Matildella» – è il vezzeggiativo usato dalla sua carissima amica, Eleonora Duse – è convinta, però, che dietro questo delitto si agitino poteri forti pronti a divorarsi la città e soprattutto i fondi stanziati per il suo risanamento.

Del resto è stato lo stesso Montanari a contattarla promettendole rivelazioni inaudite che non ha fatto in tempo a comunicarle. Naturalmente sarà la giornalista a consegnare su un vassoio d’argento i colpevoli all’eroico capitano Federico Barbatello – eroico e medagliato perché era stato tra i primi a intervenire per fermare Giovanni Passannante durante l’attentato contro il re Umbero I un po’ d’anni prima.
Tra inseguimenti tra vicoli e angiporti bui, feste dell’alta società, scorpacciate di dolci con l’amica attrice – tra l’altro assisteranno alla nascita del nuovo tipo di sfogliatella, detta «frolla» – la vicenda si dipana in maniera scorrevole e appassionante.

L’AUTORE, poi, è in grado di offrire un quadro realistico non soltanto della città e dei suoi ambienti elevati e degradati, ma riesce a rendere davvero palpabile la vita all’interno della redazione del Mattino, presentando figure ben delineate come il caporedattore Giulio Scalinger, innamorato segretamente di Matilde, o Baldassarre Pietracola, vice proto ma sostituto facente funzioni del proto del giornale ammalato, o appena accennate ma indimenticabili, come Ninuccio, il compositore, con la sua tunica rossa e gli occhi scavati che lo facevano sembra un «monaciello». Non mancano naturalmente i conflitti tra ‘a signora e il marito, legati sia allo stato del loro rapporto sentimentale sia a diverse valutazioni su politica e giornalismo. Del resto, come recita il titolo di un capitolo: «la realtà non esiste finché qualcuno non la scrive». E la scrittura di Massimiliano Virgilio non è solo gradevole e in grado di reggere la suspence tipica del genere, ma anche ricca di citazioni e rimandi all’opera di Serao, come confessa l’autore stesso nota finale. E non solo, in alcuni momenti, nella descrizione dei bassifondi e degli eventi che lì avvengono, tornano in mente le atmosfere di capolavori di Enzo Moscato, come Rasoi. Colpisce anche l’uso reiterato di termini derivati da «ventre», come «sventrare» e «sventramento», che paiono rimandi al capolavoro di Serao, alla violenza dell’assassinio (la vittima viene sventrata dalla gola all’inguine) e di un aborto imposto, e all’irrompere della modernità sul corpo di Napoli.

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