Il cjarnel, lingua minoritaria delle Alpi Carniche: Pasolini lo ha descritto come una lingua perfetta per la poesia. Iggy Pop ha citato il poeta mentre nel suo Iggy Confidential BBC6 trasmetteva Nijò, da questo album – Hrudia (Okum) che segna l’esordio sulla lunga distanza per il cantautore della Carnia Massimo Silverio. Prodotto da Manuel Volpe di Rhabdomantic Orchestra, il disco è infatti tutto cantato nella lingua nativa di questa terra di confine. Al netto del fascino profondo e antico portato in dono dalla felice scelta dell’idioma, che comunque contribuisce ad arricchire di fascino il suono complessivo dell’opera, anche l’aspetto più strettamente musicale riserba grammi di magia: da qualche parte tra cantautorato contemporaneo, avanguardia, ambient, musica popolare ed elettronica, Silverio ha il pregio di scrivere e porgere la voce in modo non banale e dimostra di non avere paura di sporgersi sul bordo del silenzio. La preghiera gravida di ruggine di Šchena, le brume di Criure, i battiti e la nenia di Jevâ: in ognuna delle dieci tracce si annidano dettagli preziosi, che danno luce a canzoni fragili e piene di forza.