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Massimo Nunzi, il jazz ha una sua storia

Massimo Nunzi, il jazz ha una sua storiaMassimo Nunzi

Live Il musicista e sassofonista romano in concerto con un evento speciale alla Nuvola capitolina

Pubblicato 8 mesi faEdizione del 20 febbraio 2024

“La migliore maniera per imparare il jazz è sentirlo nel corpo ballandolo, percepirlo a livello istintivo”. Sono parole di Massimo Nunzi, il trombettista-compositore-arrangiatore-divulgatore che ha portato la musica afroamericana negli spazi futuribili de La Nuvola, con lo spettacolo-concerto-happening “Live Jazz Dance – with an Orchestra”. Una scommessa, la sua, quella di puntare sul pubblico di domenica pomeriggio – in tempi piuttosto bui e rassegnati – raccontando con una big-band di sedici elementi come il jazz abbia fatto riscoprire il “corpo” agli USA e al mondo occidentale attraverso il ritmo, innovative e trasgressive forme di danza, l’improvvisazione. Supportato dalla coreografa Diana Florindi e dalla storica della danza jazz Bunny Donowitz, Nunzi ha richiamato oltre 1.200 spettatori (e ballerini amatoriali) ad una festosa rievocazione-narrazione dei primi decenni del jazz.Certo, a far la parte del leone c’è stato un repertorio storicamente ineccepibile che ha tracciato la parabola dalla fine dell’ ‘800 agli anni ’30 del ‘900, con l’aiuto di arrangiamenti originali o appositamente scritti da Massimo Nunzi (ideatore e passionale animatore di tutto il progetto). Si parla di brani come Sing Sing Sing, Meaple Leaf Rag, King Porter Stomp, Tiger Rag, Charleston, For Dancers Only, Take The ‘A’ Train, One O’ Clock Jump, Jumpin’ at the Woodside, In the Mood, più una quadriglia di Nino Rota e un omaggio a Lelio Luttazzi (cantato da Eleonora Bianchini): da Scott Joplin e l’Original Dixieland Jazz Band allo Swing passando per Duke Ellington e Art Tatum.

IN UN VARIEGATO montaggio fra brani e narrazione, aneddoti ed elementi di linguaggio sonoro, danze e scansioni ritmiche collettive, “Live Jazz Dance – with an Orchestra” ha creato quasi due ore di spettacolo partecipato, abbinando parola-suono-ballo in maniera efficace. Merito in gran parte di una valida orchestra, fitta di giovani (e meno giovani) jazzisti: Sergio Vitale, Fabio Gelli, Giuseppe Panico, Leonardo Bellizza (trombe); Andrea Angeloni, Stefano Coccia, Palmiro del Brocco (tromboni); Claudio Giusti, Vittorio Cuculo, Lorenzo Bisogno, Diego Bettazzi, Duilio Ingrosso (sax); Manuel Magrini (piano); Piero Paris (contrabbasso); Matteo Bultrini (batteria). In un brano si è aggiunto, come solista, Julian Fiorentino Iorio, altista di dieci anni (membro della Jazz Campus Orchestra diretta da Nunzi, organico e progetto con musicisti dagli 8 ai 14 anni). Proposto nell’ambito del festival “Eur Culture”, “Live Jazz Dance” (prodotto da Musika – Roma Music Expo) prevede un secondo appuntamento per il 7 aprile, incentrato sulla Swing Era.

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