Mascherine e case di riposo, Fontana nelle bufera
Lombardia Dopo averle rese obbligatorie, il governatore aveva annunciato la distribuzione di oltre 3 milioni di protezioni. Ma nessuno le ha viste. Intanto la gestione delle Residenze sanitarie assistenziali finisce sotto inchiesta
Lombardia Dopo averle rese obbligatorie, il governatore aveva annunciato la distribuzione di oltre 3 milioni di protezioni. Ma nessuno le ha viste. Intanto la gestione delle Residenze sanitarie assistenziali finisce sotto inchiesta
L’obbligo c’è, le mascherine ancora no. È l’ultimo capitolo tragicomico della gestione lombarda di questa crisi. Ancora una volta la Regione Lombardia ha annunciato qualcosa che poi non è riuscita a mettere in pratica lasciando nella confusione in un colpo solo migliaia di cittadini, i sindaci e i farmacisti. Questa volta è accaduto con l’obbligo di indossare le mascherine fuori casa senza aver prima rifornito farmacie, comuni e i 10 milioni di lombardi.
DOMENICA IL PRESIDENTE lombardo Attilio Fontana e l’assessore alla Sanità Giulio Gallera avevano annunciato la distribuzione di 3 milioni e 300 mila mascherine, ma le mascherine lunedì mattina in farmacia non sono arrivate. Non è andata meglio ai sindaci, che solo nel tardo pomeriggio hanno avuto qualche indicazione in più. Abbiamo imparato in questo mese quanto gli annunci mediatici producano effetti reali ed è stato così anche in questo caso. Lunedì mattina migliaia di lombardi si sono messi in coda fuori dalle farmacie e in tante è comparso il cartello: «Distribuzione gratuita delle mascherine fornite da Regione Lombardia non ancora disponibile. Avviseremo quando inizierà la distribuzione».
IN QUESTO CAOS LA GIUNTA lombarda è stata poi costretta a precisare in giornata che le prime 300 mila, quelle già presenti nel magazzino regionale, arriveranno tra mercoledì e venerdì. Queste mascherine, secondo quanto annunciato, dovrebbero essere destinate alle fasce della popolazione più fragili, ma non sono ancora chiari quali saranno i criteri di distribuzione. «Il messaggio che dobbiamo dare deve essere preciso: non venite in farmacia a chiedere le mascherine della Regione Lombardia perché arriveranno nei prossimi giorni» ha detto a Radio Popolare Renato Acquistapace della Federazione degli Ordini dei Farmacisti lombardi. In tanti comuni i sindaci stanno facendo da soli, organizzandosi con i propri volontari per distribuire gratuitamente le poche mascherine recuperate sul mercato. Una disfatta per il duo Fontana-Gallera che nel pomeriggio ha ospitato in diretta Facebook alcuni sindaci di centro destra che hanno ringraziato la giunta per le mascherine in arrivo.
TRA I SINDACI CRITICI della gestione regionale quello di Milano Beppe Sala che ha criticato Fontana: «In Toscana è obbligatorio indossarle ma la Regione ha fornito alla città di Firenze mascherine per tutti i cittadini». Sala ha anche chiesto alla Regione di vigilare e intervenire sul prezzo di quelle distribuite in farmacia per arrestare la corsa dei prezzi al rialzo. Tra i luoghi dove le mascherine continuano a scarseggiare ci sono le case di riposo, dove si è consumata una silenziosa strage di anziani. La gestione Fontana-Gallera è al centro di pesanti critiche da parte dei gestori delle Rsa, in particolare per quella delibera dell’8 marzo che aveva chiesto alle strutture per anziani di prendere in cura anche anziani Covid positivi dimessi dagli ospedali piazzandoli in strutture separate dagli altri ospiti. Gallera, a proposito di queste critiche, ha parlato di un «grave travisamento della realtà».
LUCA DEGANI, presidente di Uneba Lombardia, la più grande rete di Rsa nazionale, ha ribadito che le Rsa «sono luoghi in cui vivono anziani non autosufficienti, cioè le persone che fin dall’inizio era risaputo fossero a maggior rischio di mortalità». Per Degani «le Rsa non dovevano essere usate per deflazionare gli ospedali» dovevano anzi «essere aiutate a prendersi carico di una situazione infettiva rispetto alla quale non sono adeguate. Se l’intenzione era trasformare per un periodo le Rsa in strutture para-ospedaliere la Lombardia avrebbe dovuto mandare medici specialisti, infettivologi, farmaci» sostiene Degani.
SULLA STRAGE NELLE CASE di riposo ci sono diverse indagini aperte dalla Procura di Milano a seguito dei numerosi esposti di dipendenti e sindacati. Le indagini sono coordinate dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano. Tra i fascicoli anche quello sul Pio Albergo Trivulzio. Il ministro della Salute Roberto Speranza e il viceministro Pierpaolo Sileri hanno deciso di mandare gli ispettori nella più importante casa di riposo milanese. Critiche alla gestione Fontana-Gallera della crisi sono arrivate ieri anche dalla Federazione Regionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri che parla di una «situazione disastrosa» a causa della «pressoché totale assenza delle attività di igiene pubblica». La richiesta, ora, è di fare attenzione alle riaperture, che siano «graduali e prudenti» chiedono i medici.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento