Visioni

Marzia Migliora, viaggio negli abissi della terra

Marzia Migliora, viaggio negli abissi della terra

In mostra L'esposizione dell'artista a The Drawing Hall, in provincia di Bergamo, il tema del cibo tra disegni e realtà virtuale

Pubblicato circa un'ora faEdizione del 8 novembre 2024

Dal 2021 a Grassobbio, in provincia di Bergamo, è aperto The Drawing Hall, uno spazio indipendente dedicato al disegno contemporaneo, nato dall’incontro tra l’artista Andrea Mastrovito, il visual designer e fotografo Walter Carrera e il regista Marco Marcassoli. Qui vengono organizzate periodicamente mostre di artisti che, come recita il motto del luogo, considerano la pratica del disegnare «alla base di tutto». Per Marzia Migliora, artista classe 1972, il disegno è «il mezzo di espressione democratico per eccellenza» e «un modo per dare corpo ai pensieri» ed è del tutto naturale che il suo lavoro sia arrivato qui, in occasione di una personale curata da Alberto Fiz (visitabile fino al 14 novembre).
Nell’epoca dell’emergenza climatica sappiamo quanto anche la filiera alimentare abbia un ruolo cruciale nel discorso sullo sfruttamento delle risorse del pianeta. Migliora, che viene da una famiglia di agricoltori, ragiona sul consumo e la produzione del cibo sin dal 2017, anno in cui ha avviato la serie Paradossi dell’abbondanza – titolo ripreso da un capitolo del libro Una storia commestibile dell’umanità di Tom Standage.

SI TRATTA DI UN CORPUS di bellissimi disegni e collage in cui l’artista riflette criticamente sulle dolorose conseguenze dell’industrializzazione agricola che ha portato con sé coltivazioni intensive, pesticidi, impoverimento dei terreni, modificazione genetica delle sementi, meccanizzazione dei processi e di conseguenza una lunga serie di ingiustizie economiche e sociali, per cui una parte della popolazione mondiale vive in carenza di nutrimento e un’altra nell’abbondanza e nello spreco. Le immagini raffinate ma per nulla edificanti di questa serie sono poi parzialmente confluite all’interno di un’opera realizzata in realtà virtuale: Lo specchio di Malthus (2020), attorno a cui ruota la mostra. Una volta saliti su un basamento di sale (alimento estratto dalle profondità della terra) e indossato il visore ci si immerge nelle viscere del pianeta per assistere a uno spettacolo che è al contempo ipnotico e angosciante.

ALLE RIPRESE CATTURATE all’interno delle miniere di salgemma siciliane di Petralia e Racalmuto, l’artista ha sovrapposto immagini animate tratte da collage e disegni. Così mentre sprofondiamo nell’abisso sotterraneo, venendo circondati dal sovraffollamento di coltivazioni in smisurata crescita, insetti sproporzionatamente grandi, confezioni di pesticidi e contadine in marcia, precipitiamo anche nei meandri più bui della nostra coscienza. In questo viaggio immaginifico e predatorio siamo tutti chiamati in causa, colpevoli di alimentare a nostra volta un sistema che ha inflitto tremende ferite alla terra e ai contadini e contadine. Figure queste ultime che, come sostiene l’artista sia nella pubblicazione sia nel video che accompagnano l’esposizione, dovremmo considerare con maggior rispetto poiché il loro lavoro permette all’umanità di nutrirsi.

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