Mary Shelley prima di Frankenstein
Everteen Il racconto illustrato «Mary e il mostro» dell’autrice e disegnatrice Lita Judge, pubblicato dal Castoro a duecento anni dall'apparizione della «Creatura»
Everteen Il racconto illustrato «Mary e il mostro» dell’autrice e disegnatrice Lita Judge, pubblicato dal Castoro a duecento anni dall'apparizione della «Creatura»
All’inizio la vediamo sola, quattordicenne, sulla nave che la porta lontana dalla sua famiglia. Nonostante la leggenda parli spesso di una Mary Shelley ribelle e coraggiosa, qui la sua figura appare fragile, sperduta in un mondo più grande di lei. La sua storia di un’infanzia felice s’infrange – come nella fiaba di Cenerentola – quando il padre vedovo, scrittore e editore, si risposa con la signora Clairmont e viene sommerso dai debiti. Così Mary viene spedita fuori casa, presso la famiglia Baxter che può aiutarla a crescere, in Scozia.
Comincia con una bambina ormai randagia e rannicchiata nella cuccetta della nave in cerca di consolazione nella notte buia, il racconto illustrato Mary e il mostro dell’autrice e disegnatrice Lita Judge (pp.320, euro 15,50) che Il Castoro pubblica in occasione del duecentenario dalla nascita di Frankenstein: nove parti in omaggio ai nove mesi che la scrittrice impiegò per infondere vita alla Creatura. Anche la madre di Mary Shelley, scrittrice a sua volta, si era ribellata ai poteri costituiti sfidando i pregiudizi contro le donne con i suoi romanzi su eroine della libertà femminile. Ma morì di parto, consegnando alla figlia un’esistenza infestata dai fantasmi dei sensi di colpa.
L’impetuosità dei paesaggi scozzesi battuti dal vento somiglia alle emozioni che si agitano dentro Mary, fino al ritorno a Londra, in una città devastata dalla guerra e malsana, oscura e appiccicosa come la pece. In una situazione domestica drammatica, dove nessuno sembra trovare una sua appartenenza affettiva fa la comparsa un poeta intenso e squilibrato: è Percy Bysshe Shelley che offre aiuto alla famiglia di Mary, stimando i testi politici di suo padre e, naturalmente, innamorandosi della fanciulla malinconica che alberga in Skinner Street. Lui è preda dell’umor nero molto spesso. Insieme però, i due non parlano delle comuni cose di cui discettano gli amanti normali. Loro si interrogano sul galvanismo, sulla possibilità di ridar vita ai morti tramite scosse elettriche, sui segreti nascosti tra le stelle.
Non è facile però far digerire la «coppia» alla famiglia. Percy è sposato. La sua ribellione d’amore si consuma nella notte del 28 luglio 1814 quando con la sorellastra Claire fugge via, destinazione Francia. Le cose non vanno bene, la povertà li attanaglia e Mary, indebolita perché incinta è costretta a un rientro precipitoso in Inghilterra, senza che suo padre la perdoni. E presto dovrà fare i conti con altri tormenti e una rivale temibile: Claire. Fino a che tutto si appiana, Shelley riceve la sua eredità e la vita – una parabola delle aspirazioni romantiche – può riprendere il suo corso. Tumultuoso ancora una volta, tra incubi, sogni horror e premonizioni gotiche. Fino a che, vedova a 24 anni (Shelley è morto in un naufragio), Mary in Frankenstein troverà la personificazione di tutti gli spettri che la inseguono da anni. Il mostro è il simbolo dei non amati di ogni tempo.
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