Editoriale

Marino, univoco e «disorientato»

Israele/Palestina Roma, occupati e coloni

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 25 giugno 2014

Il sindaco di Roma Ignazio Marino ha deciso di affiggere in Campidoglio le foto dei tre giovani coloni rapiti nei Territori occupati palestinesi. A quanto pare l’Oriente, estremo e medio, mette i paraocchi all’univoco primo cittadino. Allora gli domandiamo:

1) Perché denuncia il rapimento dei tre ragazzi israeliani e si prepara ad esporre le loro foto accanto a quelle dei marò – (mentre dei due pescatori indiani uccisi nell’operazione anti-pirateria, nemmeno l’ombra in Comune) – ma non prende posizione sui 196 minori palestinesi (27 dei quali con meno di 15 anni) incarcerati in Israele, spesso perchè avevano lanciato pietre contro gli autoveicoli militari degli occupanti o le auto dei coloni.

2) Lei esprime giustamente solidarietà alle famiglie dei tre giovani israeliani rapiti, ma perché non dice una sola parola di conforto ai genitori di Ali al-Awour, 10 anni, ucciso a metà giugno, a Gaza, da un missile sganciato da un drone israeliano, e degli altri quattro ragazzi palestinesi uccisi dalle forze di occupazione dall’inizio del 2014: Adnan Abu Khater, 16 anni; Yousef al-Shawamrah, 14 anni; Muhammad Salameh, 16 anni; Nadim Nawarah, 17 anni?. Perché non esporre dal Campidoglio anche le loro foto? Per l’Onu, tra gennaio e aprile i soldati israeliani hanno ferito 250 minori palestinesi.

3) Perché non esprime giudizi sul «rapimento legalizzato» di 200 palestinesi tenuti in detenzione «amministrativa», ossia in carcere per mesi (talvolta anche per anni) sulla base solo di indizi e senza processo. È una misura cautelare contraria alle leggi internazionali e condannata dalle organizzazioni per la tutela dei diritti umani. Da settimane è in atto uno sciopero della fame dei prigionieri politici palestinesi contro questo tipo di detenzione. Negli ultimi giorni i detenuti «amministrativi» sono diventati circa 300, secondo la stessa stampa israeliana, poichè gli arresti di massa eseguiti dall’esercito israeliano, durante le «ricerche» dei ragazzi scomparsi, si sono trasformati in «detenzione amministrativa» per un centinaio degli oltre 400 palestinesi finiti in manette.

Chiede giustamente che i tre ragazzi israeliani siano restituiti alle famiglie ma perché resta in silenzio di fronte agli arresti eseguiti dai soldati di numerosi deputati ed ex ministri palestinesi e del presidente del Parlamento dell’Anp, in ritorsione per il rapimento?

5) Perché non ha preso posizione sulla costruzione nei Territori palestinesi occupati di massicci insediamenti e migliaia di abitazioni per coloni israeliani avviata anche nell’ultimo anno dal premier Netanyahu, in violazione di convenzioni e risoluzioni internazionali che condannano le colonie, come a Hebron, che impediscono solo pensare che possano esistere uno Stato palestinese e quindi una soluzione di pace?

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