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Marino accusa: «L’8,5% di reati in più con Alemanno»

Marino accusa: «L’8,5% di reati in più con Alemanno»Gianni Alemanno

Roma Capitale Verso le elezioni amministrative. Il candidato Pd dato per vincente dai bookmaker internazionali

Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 22 maggio 2013

«Sulla sicurezza Alemanno non dice la verità». Non è una notizia, come sa chiunque abbia vissuto a Roma negli ultimi cinque anni, durante il governo di centrodestra che della lotta alla criminalità ha fatto il suo cavallo di battaglia in campagna elettorale riuscendo però a fallire anche nell’unico obiettivo facilmente alla sua portata. Ma ora a sbugiardare il sindaco uscente – che in ultima chance ha ingoiato il rospo e chiesto l’intervento di Berlusconi –, ci sono i dati diffusi ieri dal candidato del Pd, Ignazio Marino, che lo sfiderà nelle prossime elezioni amministrative del 26 e 27 maggio e che è ormai dato per vincente a 1,45 nelle lavagne dei bookmakers internazionali, stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa giochi a pronostico e scommesse, Agipronews.

Alemanno, tra un test antidroga prevedibilmente negativo sbandierato on line ai quattro venti e un battage pubblicitario senza sosta, torna sull’antico refrain: «Abbiamo abbattuto i reati del 14%», ripete nello spot da epopea anticomunista che intasa ogni click su youtube.

«Non è vero», ribatte Marino citando i dati forniti dal ministero dell’Interno: «I reati della Capitale hanno registrato un’impennata dal 2008 al 2012: dalle percosse (+80%) alle ingiurie (+73%), dalle minacce (+73%) alle estorsioni (+23%) fino agli omicidi colposi (+12%) e alle violenze sessuali (+19%)». L’8,5% in più, in totale, secondo il candidato Pd che denuncia anche una «carenza di organico per le forze di polizia pari al 32% e una preoccupante disomogeneità nella distribuzione territoriale dei commissariati». Un problema a cui mettere mano, sottolinea Marino, forti del fatto che il secondo e il terzo Patto su Roma concede al sindaco la facoltà di incidere direttamente sul riordino dei commissariati.

Con quali risorse? «In questa città – spiega il candidato Dem –ci sono 29 commissariati che si trovano in edifici di proprietà privata e lo Stato paga l’affitto: in tutto, 14,5 milioni di euro all’anno che in una consiliatura fanno oltre 70 milioni di euro». La proposta dell’ex senatore (oggi a Palazzo Madama si voteranno le sue dimissioni) si basa soprattutto sul riequilibrio delle forze: «Basti pensare – fa notare – che nel centro storico sono presenti 6 commissariati di polizia e il rapporto tra agenti e abitanti è di 1 a 219. A Ostia c’è appena un ufficio operante e il rapporto sale a 1 a 2302».

Ma in linea con la tradizione Pd, Marino non disdegna neanche una certa dose di interventismo: «Più poliziotti, almeno un centinaio, e almeno 40 volanti da acquistare subito». E propone di «utilizzare per i presidi di sicurezza, attraverso un accordo con il Viminale, spazi comunali ora inutilizzati. Ce ne sono almeno 19 disponibili fin d’ora, spiega. «Il 50% del risparmio dei costi delle pigioni, circa 40 milioni di euro, verrà restituito allo Stato – conclude Marino –il resto sarà impiegato per il Progetto Roma e per la realizzazione del sistema Tetra di comunicazione tra le forze dell’ordine, già funzionante a Milano, Varese e Napoli».

«Il Campidoglio non ha alcuna competenza sulla polizia – gli risponde in serata Alemanno –evidentemente Marino ha visto troppe fiction tv». Mentre Gasparri, improvvisamente rinsavito, fa notare che il candidato Pd contraddice questore e prefetto quando asseriscono che «la città è sostanzialmente sicura, ma sulla percezione dei cittadini dobbiamo lavorare cercando di comunicare cosa facciamo».

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