Politica

Maria Rosaria Boccia, le «verità» in sospeso e la profezia di Andy Warhol

Maria Rosaria Boccia, le «verità» in sospeso e la profezia di Andy Warhol

L'intervista saltata alimenta «mistero» e così la saga va avanti

Pubblicato 2 mesi faEdizione del 12 settembre 2024

Maria Rosaria Boccia è una ragazza sfortunata. Comunque si muova finisce al centro di qualche scandaletto opaco: nemmeno un’intervista televisiva riesce a completare senza trovarsi impigliata in qualche trama tessuta col filo scuro della menzogna e non le resta che strillare «Dica la verità».

Lo ha ripetuto per giorni e giorni rivolta all’ex alto protettore nonché ex ministro Gennaro Sangiuliano, minacciando in caso contrario di procedere di persona. Ancora non lo ha fatto. L’intervista di martedì sera a È ancora Carta Bianca, conduttrice Maria Berlinguer, canale Mediaset, pareva l’occasione giusta. Niente da fare, l’intervista e il successivo confronto con quattro penne eccellenti (Annalisa Chirico, Concita de Gregorio, Alessandro Sallusti, Andrea Scanzi) sono saltati all’ultimo momento ma sul perché le versioni differiscono.

Quella della conduttrice almeno è chiara: l’intervistanda reclamava invano domande scritte e ipotizzava dietro la sua mancata nomina a consulente del ministero, che il giorno prima non aveva esitato a qualificare come attentato contro la Repubblica e la democrazia nonché passo deciso verso la dittatura, anche un possibile coinvolgimento di Arianna Meloni. La versione della forse dottoressa ma certamente non docente universitaria come recita il suo curriculum è più confusa: «Non c’era feeling», «Ho percepito che non c’era volontà di ascoltare la verità ma solo di trasformare il tutto in dibattito politico e gossip». A fare il nome della sorellissima, aggiunge, sarebbe stata la conduttrice, non lei, e solo in quell’occasione la giornalista «ha sorriso per ben due volte, (compiaciuta) ed era concentrata». Di sfuggita ci scappa anche l’accusa di essere stata «trattenuta per due ore in camerino contro la mia volontà». Oddio gli estremi per il sequestro di persona ci sarebbero e dati i precedenti ministeriali chissà che un’inchiesta non ci scappi.

Il bello è che anche stavolta le mezze parole della quasi consulente, la sua straordinaria capacità di dire e non dire, di tenere sulla corda promettendo rivelazioni sensazionali, innescano dinamiche molto meno fantasiose. La tensione tra Giorgia Meloni e la famiglia Berlusconi, già elevata, si è davvero impennata per colpa dell’intervista fantasma. Le voci su un intervento di Piersilvio, per quanto smentite dall’azienda, circolano, si gonfiano nel chiaroscuro delle allusioni a tinte forti ma allo stesso tempo vaghissime. In fondo è davvero difficile credere che, dopo la sfuriata della premier, l’azienda non si sia fatta sentire per niente, anche solo per raccomandare prudenza, cautela e soprattutto verifiche. Lo avrebbe fatto qualsiasi editore: possibile che proprio un’azienda i cui rapporti con il centrodestra sono conclamati e indissolubilmente intrecciati abbia fatto finta di niente?

La saga, va da sé, non è finita. Restano in sospeso quelle «verità» che Maria Rosaria Boccia vorrebbe dire, promette e minaccia di dire, senza però mai riuscirci, una volta per non mettere in mezzo altre e misteriose donne, l’altra per questione di feeling. Così facendo costringe un sistema mediatico trafelato a inseguirla regalandole quella sovraesposizione che conferma la lungimiranza di Andy Warhol con la sua profezia del quarto d’ora di celebrità per tutti.

La politica aveva già imparato a sue spese la lezione con il grottesco caso di Gennaro Sangiuliano, artefice peraltro del disastro che ha posto fine al suo mandato. Stavolta ci è andata di mezzo una giornalista. Vedi mai che anche il sistema mediatico si decidesse a capire che se la dottoressa ha qualcosa da rivelare basta che lo faccia e finché non lo fa non c’è alcun bisogno di occuparsi di lei.

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