Alla soglia del nuovo millennio l’industria culturale giapponese ottiene l’attenzione del mercato internazionale, un interesse conquistato nel tempo grazie agli autori più influenti della cinematografia giapponese come Imamura Shohei, Sono Shion, Kitano Takeshi che ottengono il riconoscimento di premi prestigiosi nei festival cinematografici più importanti.

Di fronte a questa spinta produttiva Maria Roberta Novielli torna ad analizzare nel suo nuovo libro Storia del cinema giapponese nel nuovo millennio (Marsilio), con una prefazione di Miike Takashi, gli autori e le tendenze che caratterizzano le dinamiche produttive e di promozione dei media sia sul suolo nipponico sia a livello internazionale. Come spiega l’autrice tra i fattori che hanno permesso la diffusione delle opere targate Giappone, sono determinanti diverse strategie politiche ed economiche riunite sotto l’etichetta Coll Japan che, attraverso la creazione di fondi per il cinema e accordi internazionali, hanno incentivato la produzione e la distribuzione di contenuti artistici che abbracciano la cultura giapponese contemporanea: manga, videogiochi, J-pop e fiction. L’esempio più noto di questo fascino per la cultura dell’estremo Oriente è l’accoglienza che il genere horror giapponese ha trovato all’estero, soprattutto come remake prodotti negli Stati Uniti come la pellicola The ring di Gore Verbinski, rifacimento di Ringu diretto da Hideo Nakata. La base fondamentale su cui si muovo queste strategie, sottolinea Novielli, è il digitale che ha permesso sia un incremento delle produzioni indipendenti e a basso budget, sia l’ibridazione di più media attraverso un sistema di produzioni composto da diverse compagnie tra cui le case editrici.

Il nuovo assetto dell’industria culturale, infatti, è caratterizzato da una forte trasmedialità che nel contesto giapponese è definita dal termine Mix Media: un’immersione nella fluidità dei mezzi e dei linguaggi, spiega l’autrice, in cui le storie di manga e romanzi, videogiochi, serie tv e cinema si influenzano e arricchiscono a vicenda.

In continuità con i due precedenti volumi Storia del cinema giapponese e Animerama – Storia del cinema di animazione, il nuovo libro di Novielli presenta un’attenta analisi dei temi che caratterizzano la cinematografia giapponese da cui emerge una società in mutamento. Sono sempre di più le pellicole incentrate sui giovani zainichi (stranieri) che affrontano discriminazioni e isolamento per rivendicare la propria identità al di là dei confini geopolitici come fa il protagonista di Blu – Chong di Lee Sang-il.
I giovani giapponesi, invece, vivono un forte senso di disillusione verso il futuro dovuta allo scoppio della bolla economica e di una conseguente incertezza sociale e morale. Questa instabilità, spiega l’autrice, è rappresentata dal cinema attraverso diverse tipologie di giovani con caratteristiche specifiche come i gyaruo dallo stile androgino, i teamer provenienti dalle famigli facoltose, gli hip-hop yankii influenzati dalla cultura statunitense e i manjikei attivi sui social; tutti gruppi della subcultura giapponese che si muovo in piccoli nuclei criminali alla ricerca di una propria affermazione come nel celebre film Crows Zero di Takashi. Miike.

Dall’altro lato, si trovano i giovani vittima di bullismo e violenze sessuali che scelgono come via di fuga il suicidio, la vendetta o l’isolamento come nel caso degli hikikomori che vivo auto reclusi in casa dipendenti da internet. Tra i tanti film dedicati a questi temi Il nostro mondo di Nakajima Ryo analizza, grazie alle storie intrecciate di tre adolescenti, il disaggio e la difficoltà di vivere queste pressioni. Un dato che emerge da queste tematiche è l’assenza della famiglia classica che nel Giappone contemporaneo è ormai entrata in crisi come racconta il regista Hirokazu Koreeda nelle sue opere.

Il digitale e l’ibridazione di più linguaggi hanno permesso a diversi autori di sperimentare nuovi percorsi all’interno dei generi classici, ma soprattutto hanno favorito l’ingresso delle donne nel mondo della produzione cinematografica, ottenendo l’attenzione dei circuiti internazionali come le registe Nishikawa Miwa e Ogigami Naoko: sono sempre di più le registe che mettono al centro della macchina da presa personaggi femminili complessi che ribaltano il loro ruolo nella società tradizionale giapponese, soprattutto all’interno del matrimonio vissuto con insoddisfazione e solitudine.
Il libro di Maria Roberta Novielli è un testo fondamentale per comprendere una delle cinematografie più complesse del mondo, un cinema multiforme in continua evoluzione.