Cultura

Maria Maddalena, l’icona che ha trafitto la Storia

Maria Maddalena, l’icona che ha trafitto la StoriaArtemisia Gentileschi, Maddalena in estasi (1620 ca.)

SCAFFALE «Una sposa per Gesù», un volume di saggi curato da Edmondo Lupieri e pubblicato per Carocci. Tra antichità e post-modernità, dalle Scritture alla lettura femminista e queer

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 23 febbraio 2018

La figura di Maria Maddalena ha catturato per secoli l’interesse delle società occidentali e non ha smesso di esercitare il suo fascino. Discepola prediletta venerata come santa dalla Chiesa cattolica, ma anche prostituta redenta e sposa di Gesù, il personaggio della Maddalena ha acquistato sempre più visibilità e rilevanza nel corso dei secoli. Nell’immaginario veicolato dalle Scritture e dalla tradizione a Maria di Magdala è stata affidato un ruolo di grande rilevanza: aver scoperto il sepolcro vuoto di Gesù e aver annunciato la notizia della risurrezione ai discepoli (questo naturalmente in un processo di continuo arricchimento della trama già nei quattro vangeli canonici). Cerca di fare chiarezza sulle origini e sullo sviluppo del mito Una sposa per Gesù. Maria Maddalena tra antichità e post-modernità (Carocci, 2017, pp. 342, euro 39), curato da Edmondo Lupieri e, per quanto riguarda il lavoro editoriale e le traduzioni, da Ludovica Eugenio della rivista Adista.

SI TRATTA di una ricca raccolta di saggi che spaziano dalla storia del cristianesimo antico all’età contemporanea. Gli autori sono esperti di vario titolo del settore storico e teologico. Nell’introduzione a firma di Lupieri vengono fornite le coordinate generali del volume. Scrive il curatore: «l’intento è stato quello di produrre un libro diverso dai numerosi, spesso anche seri, contributi che sono giunti sul mercato editoriale in anni recenti, in qualche modo sull’onda di altri successi editoriali e cinematografici ; un libro che presentasse non il personaggio storico di quella Maria che a quanto pare aveva, con altre donne, seguito Gesù fin dalla Galilea, per poi forse scoprire che il suo cadavere di crocifisso era scomparso, ma un lavoro che facesse vedere come la sua figura fu costruita letterariamente agli inizi e come quindi sia transitata attraverso quasi venti secoli di storia più o meno cristiana, per approdare alle sue molteplici immagini di oggi». Se dunque «la Maddalena storica è forse perduta per sempre», nondimeno essa ha continuato a vivere assumendo profili sempre diversi e diversamente funzionali.

Nella prima parte del volume viene indagata la tradizione di Maddalena nelle Scritture e più in generale nella tradizione cristiana, canonizzata e apocrifa. Iniziò allora a prendere forma il mito della prostituta redenta dal Messia funzionale a costruire un personaggio più forte e utile dal punto di vista pastorale.
Tale ricostruzione – sanzionata da papa Gregorio Magno, che aveva fuso la Maddalena con altre figure, compresa quella dell’ex-prostituta Maria di Betania – sarebbe arrivata fino ai nostri giorni, cioè fino a quando nel 1969 il personaggio di Maria di Magdala è stato sganciato della altre. Parallelamente prendevano forma altre storie, destinate a creare nel tempo numerose filiazioni.

A PARTIRE dall’età del Barocco si sarebbe sviluppata anche un’iconografia volta a esaltarne la bellezza: sempre più nuda e sensuale, come l’immagine di un pentimento che mostra il peccato appena trascorso. La raffigurazione della redenta sarebbe così rimasta nell’immaginario occidentale fino alle rappresentazioni più recenti: da Kazantzakis a Dan Brown.

Come si è detto, anche a livello dell’indagine storiografica è stata accolta l’idea di un personaggio figlio della fusione di molti altri. Era stato Samuel Reimarus già nel Settecento a iniziare l’opera di decostruzione. Poi sarebbe arrivata la prima interpretazione femminista anglosassone (Cady Stanton, per citare una delle principali) indirizzata a liberare i testi religiosi, e la Maddalena stessa, dalla tirannia misogina dei teologi, che la subordinavano agli apostoli. D

AGLI ANNI SETTANTA le studiose hanno calcato ulteriormente la mano sul ruolo di discepola al pari degli altri, ma c’è anche chi ha fornito un’interpretazione queer di un personaggio che avrebbe assunto un profilo maschile elevandosi in una prospettiva soteriologica. L’ultimo saggio del volume, a firma di Mary Setterholm, polemizza apertamente con la versione femminista tradizionale rivendicando quel legame storico di solidarietà tra la Maddalena e il mondo della prostituzione che la rispettabilità borghese di stampo progressista ha cercato di recidere. Negli studi più recenti sono ancora in campo ipotesi diverse, ma il mito continua a vivere di vite proprie e ha assunto nuovi tratti nei movimenti religiosi fino alla New Age. Una storia che continua a unire, a dividere e ad appassionare.

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