La grafia spoglia dei rami degli alberi si imprime su un cielo opaco e inespressivo come una perla. La finestra è aperta. Una luce fredda, che sa di una stagione sospesa ma non ancora immobile, entra nella stanza e dà profondità agli oggetti, presenti a se stessi e densi nel contesto, giustificati e simbolici. Un bicchiere di vetro rovesciato sul pavimento, la macchia d’acqua dai margini scomposti, alcune foglie secche e accartocciate. Giornali ripiegati sul comodino, un abat-jour dal paralume in tessuto. E poi le scarpe pesanti – la sinistra slacciata – dell’uomo che, seduto sul bordo del letto, osserva...