Il re della tammurriata, il pazzaglione, la voce incandescente del Vesuvio, Marcello Colasurdo sta male. Affetto da retinopatia diabetica, è diventato quasi cieco dopo una caduta in casa in estate e gli è stata amputata la gamba destra sotto al ginocchio. Attualmente è in ospedale, attorniato dall’affetto dei medici. È scattata una gara di solidarietà tra familiari, conoscenti e amici. Mercoledì prossimo, 16 novembre, a Pomigliano d’Arco, ci sarà un raduno dei tanti gruppi folk locali, paranze e ricercatori delle tradizioni contadine, con una colletta in piazza per dare un aiuto immediato a questo musicista di grande carica ritmica, con le sue affilate filastrocche. Per la sua grave situazione sanitaria ed economica, l’amministrazione comunale del paese vesuviano ha chiesto un vitalizio al Ministero della Cultura per il cantautore di 67 anni, ex componente del gruppo operaio ‘E Zezi (coi quali si è esibito in tutto il mondo, compreso uno show in un capannone a Nantes davanti a cinquemila persone che ballavano scatenate), partito dalla realtà operaia dell’allora Alfasud fino agli incidenti sul lavoro ( come l’esplosione della Flobert) e alle tante manifestazioni politiche contro il carovita, il governo Berlusconi, a sostegno della comunità Saharawi. E anche cantore della religiosità popolare, tra il Santuario della Madonna dell’Arco e i rituali stagionali della campagna napoletana, esibendosi con la sua tammorra in giro per la Campania e nel resto d’Italia. Nel corso della sua carriera poliedrica, Colasurdo ha inciso per l’etichetta Real World di Peter Gabriel e ha partecipato come attore ai film di Federico Fellini e John Turturro, oltre a collaborazioni musicali con i Modena City Ramblers, Almamegretta, 99 Posse, Daniele Sepe.