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Manu Scribere, un elogio della scrittura

Manu Scribere, un elogio della scritturaJean Miélot, segretario, copista e traduttore del duca Filippo III di Borgogna

L'anticipazione Un grafologo presenta il festival della scrittura manuale che si tiene a Bologna fino al 29 settembre 2024

Pubblicato 6 giorni faEdizione del 28 settembre 2024

La Scrittura a Mano, sebbene possa sembrare destinata a un declino in un’era dominata dalla tecnologia digitale, sta vivendo una sorta di rinascimento, riscuotendo un interesse rinnovato e svelando una serie di benefici in ambiti di studio diversi.

Questo paradosso emergente, che potrebbe apparire provocatorio, invita a riflettere sulla profonda connessione tra l’atto dello scrivere a mano e l’essenza stessa dell’umanità.

La complessità della scrittura va oltre la mera formazione di caratteri su un foglio. Essa è un prodotto complesso e specializzato. Attraverso la scrittura, emerge una finestra sulle caratteristiche distintive dello scrivente e sulle sue tendenze evolutive, la scrittura a mano è un atto legato alle emozioni e ai sentimenti.
Ogni tratto, ogni curva, ogni spazio sulla pagina riflettono, come in uno specchio, il nostro ritratto interiore. La nostra scrittura è un’opera unica, un’autentica espressione di chi siamo. La scrittura a mano, simile a un’impronta digitale, ci conferisce un’identità propria, un modo personale di presentarci al mondo.
La grafia è un linguaggio visuale che esprime non solo il contenuto razionale, ma anche l’essenza emotiva e creativa di chi scrive. In un mondo sempre più digitale, dove la comunicazione spesso si svolge attraverso tastiere e schermi, la scrittura a mano conserva la sua unicità e la sua capacità di catturare la ricchezza dell’esperienza dell’individuo.

La moderna frenesia della vita scolastica, caratterizzata da rapidità delle lezioni e crescente uso della digitalizzazione, sembra non concedere agli studenti il tempo necessario per assorbire concetti in modo significativo. Rallentare il passo potrebbe essere una soluzione, permettendo di fissare in modo più profondo le nozioni apprese. Questo richiede l’adozione di nuove strategie didattiche, orientate non solo alla trasmissione di informazioni, ma anche al consolidamento di abilità manuali e cognitive.
La rivoluzione digitale, accelerata dall’emergenza covid, ha indotto molte istituzioni educative a privilegiare la scrittura digitale a discapito dello sviluppo di abilità manuali fondamentali. Paesi come la Svezia, la Norvegia e gli Stati Uniti, che per primi introdussero nella didattica l’uso dei devices digitali, hanno iniziato a riconsiderare questa tendenza, riconoscendo la necessità di ristabilire un equilibrio. Molti giovani oggi non sanno impugnare correttamente lo strumento scrittorio e adottano posture inadeguate per il gesto grafico. In assenza di un corretto insegnamento si va incontro a un inevitabile declino di competenze manuali. Ma non solo.

Numerose ricerche scientifiche evidenziano il valore intrinseco dello scrivere a mano, sottolineando come questa pratica attivi diverse aree del cervello, a differenza della scrittura digitale, che ne coinvolge un numero di gran lunga inferiore.

La scrittura a mano non è solo un insieme di conoscenze culturali ereditate, ma un tesoro intimo che riflette la nostra essenza individuale. «Nella vita del bambino – disse lo psicologo pedagogista e grafologo Robert Olivaux – la conquista della scrittura ha lo stesso valore della sua scoperta per la storia dell’umanità».

La Scrittura a Mano è un patrimonio collettivo che rischiamo di perdere e la sua difesa assume quindi una risonanza cruciale nel dibattito attuale. Affrontare la sfida di preservare la Scrittura a Mano, di farne comprendere l’importanza, attraverso iniziative culturali come il festival Manu Scribere, non è un tributo al passato, ma un investimento nel futuro.

*Grafologo ed educatore del gesto grafico
Presidente AGI Nazionale

 

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Manu Scribere, Bologna

La terza edizione del Festival «Manu Scribere», il primo festival italiano dedicato alla Scrittura a Mano, è in programma da venerdì 27 a domenica 29 settembre a Bologna all’Oratorio San Filippo Neri, alla Sala Stabat Mater della Biblioteca Archiginnasio, alla Biblioteca Salaborsa, e al Teatro di Villa Aldrovandi Mazzacorati. Promosso dall’Associazione Grafologica Italiana (AGI) presieduta da Guglielmo Incerti Caselli, con il focus tematico Scrivere la Storia. Tra gli ospiti: il Console Onorario della Svezia Gianni Baravelli; il giornalista e scrittore Valerio Baroncini; l’archeologo Moncef Ben Moussa; lo storico Fabio Caffarena; l’on. Monica Ciaburro; Claudia Montuschi, Scriptor Latinus e direttrice del Dipartimento Manoscritti della Biblioteca Apostolica Vaticana; Carlo Nofri, presidente di OSSMED; la paleografa Adriana Paolini; Giovanna Tamassia, presidente del Club di Giulietta; Maria Luisa Villa, Accademica ordinaria della Crusca.

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