Economia

Manovra senza relatore e con maggioranza divisa

Manovra senza relatore e con maggioranza divisaL'aula del Senato – Foto LaPresse

Legge di Bilancio Lo scontro sugli 8 miliardi di bonus fiscale: la destra spinge per tagliare Irap alle imprese. Attivo dei sindacati dei pensionati: serve la 14esima e un forte aumento delle detrazioni

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 18 novembre 2021

La legge di Bilancio è al Senato. Ma è ancora senza relatore e con tutti i – troppi – nodi ancora da districare per governo e maggioranza.
La scelta dei relatori – potrebbero essere due – che dovranno raccordare governo e parlamento sarà il primo banco di prova nella commissione BIlancio del Senato presieduta dal 5s Daniele Pesco.

PER UN DECISIONISTA come Draghi lo scendere a patti con sindacati e richieste dei partiti è un inedito totale e indigesto. Tanto è vero che in questo caso ha già demandato al ministro dell’Economia Daniele Franco il compito. Domani prenderà il via una serie di incontri tra il titolare del Mef e demiurgo della manovra con gli esponenti dei partiti di maggioranza. Sul tavolo la definizione di una proposta comune sul taglio delle tasse con il fondo da 8 miliardi stanziato. È prevista la partecipazione della viceministra dell’Economia Laura Castelli (M5S), della sottosegretaria Cecilia Guerra (Leu), del responsabile Economia del Pd Antonio Misiani, del responsabile Economia della Lega Alberto Bagnai, del sottosegretario al Mise Gilberto Pichetto Fratin (Forza Italia) e del presidente della commissione Finanze della Camera, Luigi Marattin (Italia Viva). Per niente scontato però che si arrivi ad una posizione comune visto che Pd, Leu e M5s spingono per dare tutti gli 8 miliardi a lavoratori e pensionati con taglio del cuneo fiscale e dell’Irpef mentre Italia Viva, Forza Italia e Lega puntano a tagliare l’Irap alle imprese con Tajani che addirittura appoggia l’idea di Salvini di allargare la Flat tax delle partite Iva fino a 100 mila euro, mentre il M5s propone una “easy tax”, uno scivolo soft di due anni per chi esce dal regime forfettario superando i 65mila euro di reddito, con costi stimati in 800 milioni.

L’ultima sparata in materia è arrivata ieri dal leghista moderato Giancarlo Giorgetti che ha chiesto di usare «parte delle risorse» del bonus fiscale per «sterilizzare gli aumenti che rischiano di mettere in ginocchio famiglie e imprese già nelle prossime settimane».

I SINDACATI ANDRANNO AL MEF martedì a ribadire le loro richieste. Vedremo cosa risponderà Franco.
Anche sul tema pensioni l’incertezza è molto forte. L’apertura del governo ai sindacati per un tavolo che modifichi la Fornero da dicembre si accompagna a richieste di modifiche e più risorse in questa legge di Bilancio rispetto ai miseri 611 milioni previsti ora.
Ieri è arrivata un’apertura da parte della viceministra Cecilia Guerra: «Nella legge bilancio ci sono spazi che possono aprirsi su alcune ipotesi come l’Ape sociale, i precoci, Opzione donna. È stato un errore non estendere le categorie per i precoci come fatto per l’Ape sociale». Per Guerra «è giusto invece aprire da subito un lavoro di lungo periodo, cioè la prossima legge di bilancio, per introdurre forme di flessibilità in uscita avendo attenzione a temi particolarmente allarmanti come le carriere discontinue di giovani e donne», ha aggiunto.

UNA DELLE RICHIESTE PRINCIPALI dei sindacati è il cosiddetto Super Ape sociale. Portare da 36 a 30 gli anni di contributi necessari per accedere, con 63 anni di età, all’Ape social per gli operai edili, categoria nella quale la discontinuità contributiva è alta e impedisce alla gran parte dei lavoratori di accedere all’assegno che accompagna alla pensione. Ieri la Fillea Cgil ha mandato una lettera-appello a tutti i parlamentari. Per il segretario degli edili Cgil Alessandro Genovesi «se è pacifico che i lavori non sono tutti uguali, così come la loro gravosità e pericolosità, è evidente che serva riconoscere in termini strutturali tali differenze e tutelare i soggetti più deboli che, pur facendo i lavori più faticosi, non possono certo essere condannati a stare sulle impalcature o in galleria fino ai 65 o 67 anni di età. È giunto il momento di far scendere i nonni dalle impalcature, fare un atto di giustizia e favorire indirettamente anche un ricambio generazionale e professionale», ha scritto Genovesi.

E IERI MATTINA la mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil è proseguita con l’attivo nazionale dei sindacati dei pensionati. Fnp Cisl, Spi Cgil e Uilp chiedono da anni «Risposte!», slogan della manifestazione al Parco della Musica a Roma. La principale richiesta è l’allargamento e l’aumento della 14esima insieme alla parificazione delle detrazioni con i lavoratori dipendenti.

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento