Manovra aggiuntiva prematura». Su Alitalia scontro con Di Maio
Il ministro Tria Parlare di «eventuale manovra correttiva risulta alquanto prematuro a poco più di due mesi dal confronto con le istituzioni europee che hanno valutato positivamente la manovra di bilancio a seguito […]
Il ministro Tria Parlare di «eventuale manovra correttiva risulta alquanto prematuro a poco più di due mesi dal confronto con le istituzioni europee che hanno valutato positivamente la manovra di bilancio a seguito […]
Parlare di «eventuale manovra correttiva risulta alquanto prematuro a poco più di due mesi dal confronto con le istituzioni europee che hanno valutato positivamente la manovra di bilancio a seguito del negoziato». Lo ha detto ieri il ministro dell’Economia Giovanni Tria rispondendo a un question time alla Camera. Per Tria la «riserva» accantonata di due miliardi di euro è «più che sufficiente».
A poche settimane dalla presentazione del prossimo documento di economia e finanza (Def), a inizio aprile, Tria ha aggiunto che l’aggiornamento delle previsioni economiche sul 2019 «porterà a una valutazione e alla verifica dei saldi che saranno oggetto del confronto con l’Ue». Insomma, se la crescita sarà inferiore allo 0,6% del Pil, e lo sarà, si vedrà se basteranno i due miliardi di «caparra» messa sui conti dal governo.
Con i venti di recessione in Italia, non è detto. Lo ha ricordato ieri a Tria, in maniera sibillina, il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire. Sulla questione Alitalia, il ministro dell’economia sta sgomitando con il vicepremier Di Maio. Quest’ultimo ha ipotizzato una partecipazione superiore al 50% dello Stato, ieri Tria ha frenato di nuovo: «Non c’è in campo la rinazionalizzazione – ha detto -. La soluzione non può che essere di mercato».
Si resta in attesa di una soluzione per l’azionariato e di un piano. «Allora il Mef potrà valutare una partecipazione», ha aggiunto Tria. Le divergenti valutazioni nel governo sul destino di Alitalia hanno scatenato le critiche delle opposizioni e le preoccupazioni dei sindacati. «L’esecutivo è privo di una visione» sostiene l’ex ministro dei trasporti Delrio (Pd) -. Il coinvolgimento di Ferrovia dello Stato obbligherà a dirottare risorse a danno dei pendolari». Maurizio Landini, segretario Cgil, è preoccupato per le dichiarazioni di «chi dovrebbe mettere a punto il nuovo piano come i soci privati: sono emerse idee che non vanno nella direzione indicata dal governo: non vogliamo altri esuberi e ci devono essere investimenti per nuovi aerei per il largo raggio».
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