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Manifesti antisemiti nella capitale

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ROMA «Boicotta israele» e l’elenco di commercianti ebrei

Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 10 agosto 2014

Ancora manifesti antisemiti sui muri di Roma e questa volta con i nomi di commercianti di origine ebraica messi all’indice. Sono apparsi ieri mattina all’alba in alcuni quartieri della capitale a firma «Vita est Militia» e invitano a boicottare i prodotti provenienti da Israele e i commercianti ebrei che vivono e lavorano a Roma. E ancora una volta il conflitto israelo- palestinese diventa pretesto per dar sfogo al peggiore antisemitismo.
«Boicotta Israele. Contribuisci a fermare il massacro del popolo palestinese» è scritto nel manifesto che invita a non fare più acquisti nei negozi gestiti dagli «infami» ebrei. Segue l’elenco di una cinquantina di attività commerciali da boicottare. I manifesti – appesi nelle zone di piazza Bologna, viale Libia, corso Trieste e via Ugo Ojetti, sono stati rimossi dall’Ama e sull’episodio indaga la Digos. La speranza è che attraverso alcune telecamere si possano identificare presto i responsabili del gesto.
«Il linguaggio utilizzato riporta alla mente le liste di proscrizione antiebraiche del nazifascismo», ha commentato il sindaco di Roma Ignazio Marino esprimendo solidarità ai commercianti ebrei. «Roma considera questi gesti compiuti da teste vuote un inaccettabile schiaffo alla dignità e ai valori di tutte le romane e i romani».
Quello di ieri è solo l’ultimo, vergognoso episodio di antisemitismo compiuto nella capitale. Nella notte tra il 27 e il 28 luglio scorso decine di svastiche sono state disegnate sulle saracinesche di negozi gestiti da ebrei, principalmente in via Cola di Rienzo e Via Appia Nuova. Le indagini hanno permesso di denunciare tre neofascisti di 53, 29 e 20 anni che non sarebbero legati a nessuna organizzazione. I tre avevano imbrattato i muri con scritte come «Sporchi ebrei», «Fuori i sionisti» e «Israele boia» insieme a manifesti raffiguranti un ragazzino che lancia una pietra contro un carro armato israeliano e la scritta «Ogni palestinese è come un camerata/Stesso nemico stessa barricata».

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