Visioni

Manhattan e dintorni, le storie pop rock di Adam Schlesinger

Manhattan e dintorni, le storie pop rock di Adam SchlesingerAdam Schlesinger a destra nella foto con i Fountains of Wayne

Musica Morto a 52 anni il cofondatore della band americana Fountains of Wayne. Nel ’97 una nomination agli Oscar

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 3 aprile 2020

La pandemia non guarda in faccia a nessuno e anche il mondo dello spettacolo piange, in queste terribili settimane, molti dei suoi protagonisti. Tra le vittime Adam Schlesinger, 52 anni morto mercoledì per le complicazioni del Covid-19, cofondatore, autore e bassista di una delle rock band americane più interessanti uscite alla ribalta sul finire degli anni novanta, i Fountains of Wayne. Una carriera iniziata nel più classico dei modi: infanzia nella grande mela e poi negli anni del college l’incontro con l’inglese, ma cresciuto in Pennsylvania, Chris Collingwood con il quale dà vita alla band dei Fountain of Wayne, un nome ispirato da un negozio di ornamenti per giardino del New Yersey.

È IL 1995 e insieme compongono una manciata di pezzi che si ispirano al sound dei Kinks aggiornato con la vena più rock – e in parte scanzonata – di realtà consolidate dei settanta come i Big Star ma soprattutto i Cars di Ric Ocasek. «Da ragazzini – spiegava Schlesinger in un’intervista – amavamo ascoltare i dischi dei Kinks perché non eravamo mai stati in Inghilterra e quelle canzoni ci spiegavano bene il senso di vivere in quel paese». Le creazioni di Schlesinger e dei Fountains of Wayne – gli altri due membri sono Jody Porter e Brian Young – sanno essere accattivanti ma senza rincorrere ritornelli modaioli e i testi – almeno nella prima fase della carriera – raccontano in brani come Hackensack e Red Dragon Tattoo spaccati di vite nei dintorni di Manhattan, protagonisti giovani squattrinati e cover band in cerca di ingaggi.

SONO ADORATI dalla critica ma il loro nome non apparirà tanto frequentemente nelle classifiche. La più grande hit è Stacy’s Mom – accompagnato da un delizioso video dove appariva la top model Rachel Hunter – che parla dell’infatuazione di un ragazzino per l’amica della madre, arrampicatosi fino alla top 20 di Billboard nel 2003. Un successo che li porta a guadagnarsi due nomination ai Grammy per il miglior brano e come nuova band, bizzarro visto che i Fountain erano attivi già da una decade. Dopo quel successo inserito nell’album Welcome Interstate manager (2003), la band realizzò altri due dischi Traffic and Weather (2007) e Sky Full of Holes (2011).

NEL FRATTEMPO Schlesinger trova spazio per altre esperienze negli Ivy e soprattutto nei Tinted Windosws, sorta di supergruppo dove militavano Taylor Hanson degli Hanson, Bun E. Carlos dei Cheap Trick e James Iha degli Smashing Pumpkins. Eclettico anche nei progetti solisti, nel corso della carriera si ritaglia numerose collaborazioni realizzando musiche per la televisione, il cinema e il teatro: proprio negli ultimi mesi stava infatti lavorando su un musical – The Bedwetter – scritto insieme alla commediografa Sarah Silverman. Nel ’97 gli arrivò una nomination agli Oscar per il tema della colonna sonora del film prodotto, diretto e interpretato da Tom Hanks Music graffiti (titolo originale: That Thing You Do!): «Senza Adam Schlesinger temo che non potrà più esistere la nostra etichetta Playtone, senza la sua That Thing You Do!», ha scritto Hanks in un tweet, riferendosi alla compagnia da lui fondata. «Era unico e meraviglioso, è un giorno terribilmente triste».

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