Nel 2014 Supermassive Games ci aveva allietato con Until Dawn, un videogioco horror dalla grafica iperrealista e uno schema semplice, non dissimile dai classici punta e clicca alla Syberia, ma efficacemente terrorizzante. L’idea, ambiziosa ma potente, era di declinare i cliché degli teen movie da paura su console. Niente che non si fosse visto prima, la saga di Walking dead della Telltale, per esempio, pur con una grafica meno accattivante e fumettosa, si muoveva sugli stessi binari, ma, a fare la differenza, era stavolta il gioco metacinematografico tra il giocatore e il suo personaggio, un transfert che lo vedeva commettere...