Malta, «il nuovo premier è partito malissimo»
Intervista «Nel segno della continuità con Muscat», incontro con Matthew Caruana Galizia, figlio della giornalista uccisa nell’ottobre 2017
Intervista «Nel segno della continuità con Muscat», incontro con Matthew Caruana Galizia, figlio della giornalista uccisa nell’ottobre 2017
Davanti al Palazzo di Giustizia de la Valletta resiste il memoriale in onore di Daphne Caruana Galizia, nonostante le ripetute vandalizzazioni. Le candele sono ancora accese e di notte illuminano i fiori e le scritte dedicate alla giornalista maltese. Chi passa si ferma qualche minuto in silenzio. A due vie parallele c’è l’ufficio del figlio Matthew Caruana Galizia, giornalista e ingegnere informatico. In questi anni non ha mai smesso di cercare la verità e di attaccare a testa bassa il Partito laburista al governo. Il portone verde è stretto e per entrare bisogna mettersi di profilo. Entriamo.
Sono passati sette anni di governo Muscat, qual è l’eredità che lascia a Malta e al suo Partito?
Non riesco a trovare altra eredità che non sia negativa, la gravità dei crimini commessi dal suo governo eclissa tutto il resto. Ha trasformato il Partito Laburista in una organizzazione e quest’ultima ha usato il partito come veicolo per impossessarsi del Governo.
Al suo posto è subentrato Robert Abela che appena eletto ha abbracciato Konrad Mizzi, ministro del turismo nel governo Muscat e al centro delle inchieste di sua madre su delle presunte tangenti ricevute attraverso società offshore. Cosa ha pensato di fronte a quel gesto?
È stato disgustoso e il fatto che lo abbia commesso dice molto sulla persona. Se Abela non è infuriato per i crimini di Mizzi dimostra che non è in grado di guidare il nostro Paese. L’altra opzione è che in realtà Abela stia dando la falsa impressione di appoggiare Mizzi, ma penso sia una illusione.
Dall’insediamento il nuovo premier ha ribadito più volte una continuità con il governo di Muscat…
Abela ha iniziato la sua campagna facendo promesse di continuità al partito per ottenere i voti necessari alla sua elezione e non ha promesso nulla all’elettorato non laburista. In questi giorni di governo non ha fatto abbastanza per la giustizia e per i cittadini. Sono molte le persone che ancora gli lasciano il beneficio del dubbio, anche se è un grave errore.
In tutto ciò qual è la posizione del partito nazionalista?
È molto debole. La nostra famiglia non ha fatto affidamento al partito d’opposizione, non li abbiamo supportati perché non sono nemmeno loro nella posizione di difendere la democrazia e di combattere la corruzione.
Allora perché avete scelto come avvocato Jason Azzopardi, parlamentare nazionalista?
Perché è molto competente come avvocato criminale ed è l’unico che non abbia difeso in passato nessuna delle persone che mia madre ha investigato.
Ma se la situazione è così disastrata, nelle prossime elezioni come si presenteranno i partiti maltesi?
C’è una paralisi, la gente non ha idea di chi votare, proprio per questo abbiamo bisogno di cambiare la nostra classe politica. Siamo messi come l’Italia durante Tangentopoli.
Il memoriale dedicato a sua madre davanti il Palazzo di Giustizia viene spesso vandalizzato e poi ripulito…
L’odio che è stato fomentato da Muscat e dalle persone intorno a lui è ancora diffuso tra i fanatici. Ci sono persone che quando passano lì davanti simulano il boato dell’esplosione e gioiscono del fatto che mia madre sia stata fatta saltare in aria.
Lo slogan più usato durante le proteste è stato ‘Mafia State’, in che senso Malta è uno stato mafioso?
Qui il crimine organizzato è diverso da come è inteso in Italia. Non ci sono clan e famiglie, è tutto basato su una costellazione di interessi di alcuni individui che sono stati capaci di arrivare ai piani alti dell’esecutivo. È un sistema criminale integrato orizzontalmente tra imprenditoria e governo, molto simile a quello oligarchico russo.
A che punto sono le indagini sull’omicidio di sua madre? Sappiamo che in carcere ci sono gli assassini, l’intermediario e che il mandante Yorgen Fenech è incriminato…
Attualmente è un vero disastro. Yorgen Fenech sta cercando di cambiare l’ispettore delle indagini, Keith Arnaud, perché considerato amico di Schembri (capo di gabinetto di Muscat, accusato da Fenech di essere coinvolto tra i mandanti) in cambio di una sua testimonianza contro di lui.
Già nel 2016 quando c’erano le prove che Schembri e Mizzi erano corrotti nessuno ha fatto niente. Oggi, oltre alla corruzione abbiamo le prove che Schembri ha cercato di intralciare le indagini dando consigli a Fenech su cosa dire alla polizia, è difficile capire come sia ancora libero. Infatti, il commissario di polizia (Lawrence Cutajar) si è dimesso dopo anni in cui non ha avuto alcuna capacità di impartire una direzione alle indagini. Verrà istituito un commissario ad interim, purtroppo non penso che Abela nominerà qualcuno che sia capace di ripulire il Paese.
Ma è ancora pericoloso fare il giornalista a Malta?
Lo è fino a quando i responsabili della morte di mia madre sono ancora liberi. In carcere per ora non ci sono quelli su cui mia madre stava indagando. Inoltre, c’è ancora la stessa atmosfera di impunità, odio e minacce nei confronti dei giornalisti.
Un buon lavoro è stato fatto anche da alcuni media, pensa che senza una stampa indipendente Muscat sarebbe ancora al suo posto?
Il lavoro dei giornalisti indipendenti, degli attivisti e di alcuni politici è stato essenziale. La relazione triangolare di questi tre fattori è alla base di una vera democrazia, se manca una di queste tre cose non si vive più in uno stato democratico.
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