«Mai più fascismi», Cgil Cisl e Uil domani a piazza San Giovanni a Roma
La manifestazione Dopo l’aggressione fascista alla sede della Cgil in treno e bus verso la manifestazione di domani a piazza San Giovanni a Roma chiamata da Cgil, Cisl e Uil. Atto intimidatorio contro la Cgil a Jesi. «Sciogliere le organizzazioni neofasciste per legge»
La manifestazione Dopo l’aggressione fascista alla sede della Cgil in treno e bus verso la manifestazione di domani a piazza San Giovanni a Roma chiamata da Cgil, Cisl e Uil. Atto intimidatorio contro la Cgil a Jesi. «Sciogliere le organizzazioni neofasciste per legge»
Dopo l’assalto fascista alla sede nazionale della Cgil domani la manifestazione «Mai più fascismi», convocata dai sindacati Cgil-Cisl-Uil a piazza San Giovanni Roma dalle 14, si annuncia particolarmente partecipata. Dal palco parleranno i segretari generali delle tre confederazioni (Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri). Un modo di rispondere in massa all’attacco squadrista di sabato scorso durante la manifestazione «No Green Pass» e un’occasione per rilanciare la contrattazione con il governo. La richiesta a Draghi, che sta prendendo tempo sul cosa e come fare, è netta: le organizzazioni neofasciste e neonaziste siano messe nelle condizioni di non nuocere, sciogliendole per legge.
CHE IL CLIMA sia teso alla vigilia della manifestazione lo si è visto ieri davanti al cancello della sede della Cgil di Jesi (Ancona) in via Colocci. La bottiglia, contenente un liquido infiammabile e uno stoppino, avrebbe provocato solo un principio di incendio, annerendo una parte della parete vicino al cancello, senza esplodere. Ad individuarla ieri mattina è stato un passante che avrebbe spento le fiamme e ha avvisato i dipendenti del sindacato. Ieri non sono stati trovate rivendicazioni dell’atto chiaramente intimidatorio, così lo hanno definito Daniela Barbaresi, segretaria Cgil Marche, e Marco Bastianelli, segretario Cgil Ancona. La Cgil ha sporto denuncia contro ignoti.
L’EPISODIO ha avuto uno strascico su twitter dove, a seguito delle polemiche aspre sul rapporto tra fascismo e anti-fascismo che attraversa l’infosfera da una settimana, c’è stata una polemica che ha contrapposto Alessia Morani (Pd) a diversi esponenti di Fratelli d’Italia. Tutto è iniziato da un lapsus da «T9» di Morani che ha postato l’immagine della bottiglia incendiaria e ha scritto: «Questo arriva da Jesi. Pare abbiamo piazzato una molotov alla sede della #Cgil. Aspettiamo di capire cosa è accaduto ma credo che i distinguo di questi giorni e le accuse della #Meloni al #Viminale siano molto gravi. Il clima è preoccupante e serve responsabilità». La «m» di «abbiamo» al posto della «n» «abbiano» ha scatenato l’indignazione tra l’accostamento tra l’atto intimidatorio e la posizione di Fratelli d’Italia. «Abbiamo? Se è un’autodenuncia più opportuna la Procura che Twitter. Da #Zingaretti a #Zingarelli» ha scritto Galeazzo Bignami collegando l’ex segretario Pd a un dizionario di italiano. E Davide Galantino sintetizza: «Cos’è, un’ammissione di colpa?». Questo episodio del tutto trascurabile è diventato l’oggetto di una polemica tra leader nazionali. «Cosa ne pensa Letta di questo modo indegno di fare propaganda da parte del suo partito?» ha scritto Giorgia Meloni su Facebook. Semplice: è un modo di comunicare dopo la «Bestia» di Salvini.
SULL’ACCUSA di Salvini e Meloni, quella di avere convocato la manifestazione anti-fascista nel giorno del silenzio prima dei ballottaggi a Roma e Torino, ieri è intervenuto il costituzionalista Gaetano Azzariti. «Non viola il silenzio elettorale: Non è organizzata da un partito politico ma da una organizzazione sindacale, quindi da un soggetto che non partecipa alle elezioni; Oggetto della manifestazione è la violenza, dunque un tema che fuoriesce dall’arena del dibattito politico e non da ultimo tutti i partiti dell’arco costituzionale con le loro sensibilità hanno espresso netta distanza dagli atti di violenza di sabato scorso».
IL «MODERATO» Silvio Berlusconi ieri si è mostrato più istituzionale, come cerca di fare in questi ultimi anni, e ha fatto scrivere su Twitter che «Ho espresso solidarietà alla Cgil, chiamando personalmente il segretario Landini. Siamo politicamente lontani, ma la libertà, la democrazia, la tolleranza sono un patrimonio comune. Non siamo negli anni ’70, fortunatamente». Ma Forza Italia non sarà in piazza. Calenda (Azione) e Boccia (Pd) hanno invitato le destre a ripensarci. Domani, a loro avviso, sarà una «giornata di unità e senza bandiere».
A PIAZZA SAN GIOVANNi arriveranno, tra gli altri, 42 pullman dall’Abruzzo, altri dalle Marche, dalla Toscana saranno in migliaia, altrettanti sui treni speciali provenienti solo da Reggio Emilia o Ravenna. Solo da Rimini saranno in 350. Ci sarà la giunta regionale dell’Emilia Romagna con la vicepresidente Elly Schlein che porterà il gonfalone, così farà anche il comune di Napoli. Oltre all’Arci e all’Anpi hanno aderito tra gli altri la Rete nazionale dei centri antiviolenza D.i.Re e il sindacato Usigrai. La diretta della manifestazione sarà trasmessa sul sito www.collettiva.it.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento