Mahmood, immaginari in evoluzione
Il tris – tre partecipazioni, tre vittorie – sanremese non gli è riuscito. Ma Tuta Gold – il pezzo presentato sul palco dell’Ariston, alla distanza si sta dimostrando il più apprezzato. Perché Mahmood è talento autentico e (aggiungiamo) internazionale, il suo gusto urban non si ferma all’autotune, ai campionamenti e ai ritornelli «giusti».
Nel nuovo album – il migliore fin qui realizzato – si invola verso un immaginario artistico decisamente articolato e personale. A partire dalla (bellissima) copertina e dal titolo ispirato dall’intimità del materasso come esplorazione dell’animo umano. E i brani? Intelligente fusione di stili urban, dove sezioni centrali più ritmiche si alternano a sezioni d’archi e l’autotune serve solo come supporto per una voce matura che rivela – ora – qualità di interprete di razza.
Nessun brano riempitivo e due vette compositive che fanno pensare a un’ulteriore evoluzione: Cocktail d’amore e Nel tuo mare, il pezzo migliore. Sarebbe buona cosa se nella versione fisica – il disco al momento è disponibile solo in digitale – ospitasse anche la versione di Com’è profondo il mare di Lucio Dalla, presentata nella serata delle cover a Sanremo con i Tenores di Bitti.
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