Magneti Marelli, i sindacati: «Non c’è rischio per l’occupazione»
Il caso «Non sussiste alcuna sovrapposizione produttiva in Italia e in Europa che metta a rischio l'occupazione nelle fabbriche Magneti Marelli» assicurano Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Associazione Quadri.
Il caso «Non sussiste alcuna sovrapposizione produttiva in Italia e in Europa che metta a rischio l'occupazione nelle fabbriche Magneti Marelli» assicurano Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Associazione Quadri.
La cessione di Magneti Marelli alla giapponese Calsonic Kansei è la prima operazione conclusa da Mike Manley da ad di Fca. Vendendo il gioiellino della componentistica, Fca ha incassato 6,2 miliardi di euro. Una cifra rilevante che dovrebbe servirà per realizzare il piano industriale per gli stabilimenti italiani dell’auto, a partire da Mirafiori e Pomigliano. Investimenti che saranno illustrati ai sindacati – non si sa ancora se ci sarà Manley o toccherà al neoresponsabile delle attività europee Pietro Gorlier e al numero uno delle relazioni sindacali, Pietro De Biasi – a fine novembre: il 29 a Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri, il 30 alla Fiom.
IL PASSAGGIO DI MANO della Magneti Marelli è stato al centro di un incontro fra i sindacati e la direzione aziendale a Corbetta (Milano). «Non sussiste alcuna sovrapposizione produttiva in Italia e in Europa che metta a rischio l’occupazione nelle fabbriche Magneti Marelli» assicurano Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Associazione Quadri. «Calsonic – sottolineano – è forte in ambiti diversi e Magneti Marelli avrà più risorse e occasioni, per investire nell’ambito dell’elettronica e della elettrificazione, soprattutto sui mercati asiatici dove ha sempre fatto fatica ad essere presente».
LE GARANZIE per i lavoratori «dovranno essere nel prossimo piano industriale e nelle nuove relazioni sindacali», attacca invece Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive, commentando l’incontro di ieri «ancora una volta separato dai sindacati firmatari». L’azienda, spiega De Palma, «ha presentato l’operazione ed esposto gli elementi positivi che la fusione tra Magneti Marelli e Calsonic Kansei offre alla nascente società che vedrà il battesimo a metà del 2019. Le sinergie tra i due gruppi consistono in almeno tre fattori: sono operanti in aree geografiche diverse, hanno diversi committenti e produzioni non sovrapponibili. L’accordo, con scadenza nel 2022, garantirà il mantenimento dei livelli occupazionali dei lavoratori che transiteranno nella nuova azienda».
LA FIM CISL è ancora ottimista sul futuro Fca. «Per rafforzare il piano industriale presentato a Balocco il primo giugno scorso Manley dovrebbe usare i proventi della vendita di Magneti Marelli». È quanto sostiene il segretario nazionale Fim-Cisl Ferdinando Uliano. In prospettiva è una fusione a somma positiva, rileva Uliano. La Fim-Cisl, spiega Uliano, aveva ‘sempre espresso la preferenza verso ipotesi di spin-off dentro il perimetro Exor, da quando l’opzione vendita è diventata quella più percorribile ha preso una posizione netta contro operazioni di «vendita spezzatino» e sollecitato soluzioni che garantissero una valorizzazione del patrimonio industriale e occupazionale. «Ora – conclude Uliano – per noi è indispensabile che i 6,2 miliardi ottenuti da Fca per la vendita di Magneti Marelli vengano tutti spesi per valorizzare e irrobustire al meglio il piano industriale 2018-2022, per stringere sui tempi di realizzazione dei nuovi prodotti destinati agli stabilimenti italiani».
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