Maggioranza Draghi in ordine sparso. Ma anche il Pd si divide
Transizione ecologica Il voto a Strasburgo sulle emissioni visto dall’Italia
Transizione ecologica Il voto a Strasburgo sulle emissioni visto dall’Italia
Con la maggioranza Ursula, sulla riforma dell’Emissions Trading System avanzano in ordine sparso anche le forze che sostengono il governo Draghi. Forza Italia, insieme alle forze del Ppe, ha votato a favore. La Lega si è espressa contro, mentre il M5S alla fine ha scelto di astenersi.
Si divide anche la delegazione del Pd nel gruppo dei Socialisti & democratici. Sul voto finale, con il testo già modificato dagli emendamenti del Ppe, la vicesegretaria Irene Tinagli ha votato a favore e Pietro Bartolo, Pierfrancesco Majorino, Giuliano Pisapia e Massimiliano Smeriglio si sono espressi contro. Altri otto, tra i quali il capodelegazione Brando Benifei, hanno deciso di astenersi. Carlo Calenda, che era stato eletto nel Pd e oggi sta coi liberali di Renew la vede così: «La saldatura dei populismi è completa anche in Ue». Secondo Smeriglio, invece, in aula «si sono scontrate visioni diverse». L’europarlamentare di S&D sottolinea comunque che verdi e sinistre nonostante tutto «hanno tenuto». «Il pacchetto non sarebbe stato all’altezza – prosegue Smeriglio – In commissione la maggioranza dovrà chiarirsi su alcuni punti dirimenti. Puntiamo ad approvarlo entro due-tre mesi». «Adesso popolari e liberali decidano – aggiunge Benifei – Se stare con chi di fatto nega o ignora l’esistenza del cambiamento climatico, o con chi invece crede il tempo da perdere sia finito per cambiare rotta e salvare il pianeta».
Visti dalla prospettiva del dibattito italiano, alcuni emendamenti assumono un rilievo particolare. Come il numero 231, presentato dal Ppe assieme ai Conservatori, il gruppo in cui siede la delegazione di Fratelli d’Italia, e Id, di cui fa parte la Lega: proponeva il rinvio al 2034 della fine delle quote di emissione gratuita per l’industria ad alto consumo energetico. Ha votato a favore, tra i parlamentari del Pd, l’ex ministro dell’agricoltura Paolo De Castro. O il 102, che proponeva di escludere gli inceneritori dal pagamento delle quote: hanno votato a favore Lega e renziani, contrari dem e 5 Stelle. È stato bocciato l’emendamento, presentato dal Ppe, che prevedeva di attenuare il passaggio alle auto a zero emissioni dal 2035. Il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani lo aveva sostenuto, ma la forza politica che lo ha portato al governo, il M5S, ha votato no. Protestano Unindustria Torino e Film Cisl. Infine, è passata la delega ai piccoli produttori di auto, pensata da uno schieramentodi eurodeputati italiani di tutti gli schieramenti per salvare la motor-valley dell’Emilia Romagna di Ferrari, Lamborgini e Ducati.
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