Maggioranza divisa in spiaggia. E sulle bollette il governo rinvia
Cdm Oggi consiglio dei ministri sulle concessioni balneari, ma alla vigilia è scontro
Cdm Oggi consiglio dei ministri sulle concessioni balneari, ma alla vigilia è scontro
Adelante, con juicio. I partiti premono. Letta annuncia che «questa è la settimana giusta» per varare misure contro il caro bollette, Salvini quantifica: «Bisogna portare in cdm una manovra tra i 5 e i 7 miliardi». Ma 5 o 7 non sono la stessa cosa, i fondi per procedere senza scostamento di bilancio devono ancora essere trovati, deciderne la destinazione è anche più complesso. Dunque Draghi si prende ancora qualche giorno. Il cdm convocato stamattina non deciderà niente sulle bollette e neppure sul Superbonus. Sul tavolo ci sarà solo il nodo delle concessioni balneari e di bollette si parlerà giovedì o venerdì.
È UNA QUESTIONE urgente anche quella, per diversi motivi. Il primo e principale è che la procedura d’infrazione incombe, il commissario Gentiloni ha fatto capire più chiaro di come non si potrebbe che Bruxelles aspetta con impazienza l’avvio delle gare. Il secondo è che gli ombrelloni della discordia sono già oggetto del voto alla Camera e il rischio che la maggioranza si frantumi è alto. Giorgia Meloni, che in questi casi è precisa come una bomba a orologeria, non ha perso l’occasione. In aula, ieri, c’era la mozione di FdI che chiede di non applicare la Bolkenstein agli stabilimenti balneari e di prorogare le attuali concessioni per 15 anni. È la linea della Lega e, con maggiore cautela, di Fi. Insomma, è una mozione pensata per spaccare la maggioranza quando si arriverà al voto, forse a fine settimana, più probabilmente all’inizio della prossima.
Salvini si è divincolato annunciando che non voterà il testo dei Fratelli perché la maggioranza sta lavorando a un testo unitario nel quale la Lega promette di insistere per «dare certezze normative al settore». Il quale settore è sul sentiero di guerra: «Da un mese siamo sotto un attacco inaudito. Riteniamo che ci siano un piano organizzato con un regista preciso», strepita il presidente di Assobalneari Licordari. In realtà le chance di accordo sono scarse. Sul nodo degli stabilimenti balneari la maggioranza è attestata su posizioni opposte e difficilmente conciliabili. L’ala sinistra con i 5S più scatenati di tutti dopo aver varato e votato a suo tempo la proroga, vuole gare subito. Salvini apre uno spiraglio chiedendo garanzie «per chi ha investito». Trattandosi di un punto sul quale il governo è sensibile potrebbe essere un’apertura.
L’IPOTESI SULLA QUALE lavorava ieri l’esecutivo, che dovrebbe tradursi stamattina in emendamento al ddl sulla Concorrenza in discussione al Senato, prevede in effetti proprio un risarcimento per gli investimenti già stanziati e, per non lasciare nessuno a bocca asciutta, conta su una moltiplicazione delle concessioni, che attualmente sono circa 27mila. Insomma, ce ne sarà per tutti. Ma lo stesso governo non si illude di accontentare la Lega. Draghi mette in conto il dissenso leghista e di fatto si muove già in un’ottica di maggioranze variabili.
PIÙ SPINOSO il problema del Superbonus perché lì non ci sono maggioranze variabili che tengano. Giorgetti ha provato a schierare la Lega con Draghi per il mantenimento delle restrizioni sulla cessione del credito ma è stato platealmente sconfessato da Salvini: «È fondamentale per l’edilizia». Tra i 5S Luigi Di Maio, su questo fronte, è allineato, e il Pd, pur con toni bassi e massima diplomazia, la pensa allo stesso modo. Gioca a favore del partitone del Superbonus anche il fatto che, sulla base dei dati forniti dall’Agenzia delle entrate, le truffe legate a questo strumento sono una percentuale minima del totale, appena il 3%. È anche vero, però, che tutte le truffe, incluse quelle sul restauro delle facciate, sono state rese possibili dalla medesima normativa sulla cessione del credito varata dallo stesso governo che ha tenuto a battesimo il Superbonus.
È PROBABILE che il governo affronti il problema contestualmente alle bollette, ma non ha ancora deciso se procedere con un emendamento al milleproroghe o inserendo la nuova norma nel dl sul caro energia. La mediazione sulla quale puntano Draghi e Franco sarebbe riaprire alla cessione del credito solo tra istituti collegati, con numero limitato di movimenti e precise attribuzioni di responsabilità in caso di truffe.
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