La Mafia Spa fattura 40 miliardi all’anno, pari a oltre il 2% del nostro Pil.

Si tratta di un giro d’affari inferiore solo al fatturato di Gse (Gestore dei servizi energetici), di Eni e di Enel, ma si tratta di dati sottostimati.

È quanto emerge da uno studio della Cgia, che definisce «imbarazzante» come dal 2014 l’Ue, con apposito provvedimento legislativo, consenta a tutti i Paesi membri di conteggiare nel Pil alcune attività economiche illegali: come la prostituzione, il traffico di droga e il contrabbando di sigarette.

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«Una decisione eticamente inaccettabile – sottolinea l’associazione degli artigiani e delle piccole imprese – da un lato lo Stato combatte e contrasta le mafie, dall’altro riconosce a queste organizzazioni criminali un ruolo attivo di ’portatori di benessere economico’ In buona sostanza è come se sul piano statistico ammettessimo che anche una parte dell’economia illegale riconducibile a Mafia Spa è ’buona e accettabile’; insomma, una componente ’positiva’ della nostra ricchezza nazionale. Una decisione eticamente inaccettabile».