Quando l’inchiesta su Mafia Capitale prese il via, Virginia Raggi sedeva in consiglio comunale probabilmente non sapendo cosa l’aspettava. Ieri, da sindaca, ha aspettato la sentenza nell’aula bunker di Rebibbia. Quando è arrivato il verdetto, a nome della città che si era costituita parte civile ha incassato le condanne bipartisan a esponenti delle passate amministrazioni e ribadito lo schema che l’ha condotta al vertice dell’amministrazione capitolina: «Hanno ucciso Roma, hanno mortificato la dignità dei cittadini e generato un immenso danno d’immagine all’Italia intera – dice Raggi – Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza il contributo determinante di una classe...