Madia vuole ringiovanire, e sfugge al sindacato
Pubblico impiego «Prepensioneremo per assumere forze nuove». «Un tavolo? Non è detto che ci sarà». La Cgil apre: «Però incontraci»
Pubblico impiego «Prepensioneremo per assumere forze nuove». «Un tavolo? Non è detto che ci sarà». La Cgil apre: «Però incontraci»
Se si parla di 85 mila esuberi nella pubblica amministrazione si utilizza «un numero e una terminologia assolutamente sbagliati e distorti anche rispetto al piano Cottarelli». A bocciare gli allarmi diffusi nelle ultime settimane è la ministra Marianna Madia, che tenta di dare un’aura positiva al piano ventilato dal commissario alla spending: «L’idea sarà quella di provare ad avere uscite, anche con prepensionamenti, per aiutare i giovani ad entrare» nel pubblico.
Quindi, insomma, se il governo va giù duro sul tema dei contratti a termine e apprendistato, con il decreto Poletti, sul fronte della ministra Madia ci tiene invece ad avere un volto più soft: chiudendo peraltro un po’ meno le porte alla concertazione. «Non è detto che ci saranno dei tavoli, perché abbiamo tempi molto stretti», ha spiegato a chi le chiedeva di possibili incontri con il sindacato. «Non lo so, può anche darsi, ma non per forza – ha poi aggiunto – Abbiamo chiesto ai sindacati proposte oltre il piano Cottarelli».
Sì perché se Poletti sfugge nella maniera più assoluta non solo a possibili tavoli, ma anche a un qualche tipo di incontro con il sindacato (e venendo da un’impresa, per quanto cooperativa, per lui deve essere un sollievo e quasi una rivalsa), dall’altro lato la ministra Madia ha avuto almeno il merito di incontrarli, la settimana scorsa. E più in generale il suo approccio per ora è improntato a una minore contrapposizione: anche se non ci si deve illudere, come si vede per lei un eventuale faccia a faccia sembra poco più di un optional.
Il sindacato comunque apre: «Se la ministra Madia vuole cambiare verso rispetto agli anni bui della controriforma Brunetta, siamo disponibili a darle una mano – dice Rossana Dettori, segretaria Fp Cgil – Ma non ci dica che non c’è tempo per confrontarsi sulla riforma della pubblica amministrazione. È una posizione fortemente sbagliata. E paternalistica, il che stride con la sua giovane età. I processi virtuosi si governano con il consenso, non con provvedimenti calati dall’alto».
«I prepensionamenti – aggiunge la segretaria Fp Cgil – possono essere una delle soluzioni da valutare seriamente. Se questo è l’intento, la ministra Madia sappia di avere già un alleato, purché si discuta di riorganizzazione dei servizi e si assumano giovani qualificati per rilanciare i nostri apparati pubblici, a partire dai vincitori di concorso non ancora assunti e dai precari, che rischiano costantemente di essere espulsi dal mondo del lavoro».
In effetti la ministra ieri ha parlato proprio di «ringiovanire la pubblica amministrazione». Infatti, ha sottolineato Madia, «ci sono generazioni che non hanno avuto un canale sano di accesso nel pubblico, vincitori di concorsi non assunti e precari vittime di uno Stato che non ha concesso un ingresso sano e trasparente, come dice la nostra Costituzione».
Nella pubblica amministrazione, ha poi aggiunto la ministra, servirebbe «una sana mobilità obbligatoria laddove ci sia il rispetto del diritto del lavoratore ma non ci siano ostacoli burocratici». Madia ha citato il caso degli uffici giudiziari: hanno carenze di organico, ma cavilli burocratici impediscono il trasferimento di dipendenti delle Province, che pure hanno richiesto di essere spostati. «Con il ministro Orlando e con il ministero del Tesoro – ha detto la ministra – stiamo cercando di sbloccare situazioni come queste in cui l’amministrazione si mette contro una mobilità che, non solo rispetta i diritti dei lavoratori, ma che sono loro stessi a chiedere».
Infine Madia ha affrontato il tema spinoso degli stipendi dei manager, spiegando che per le società controllate direttamente dal Tesoro e non quotate in Borsa ha già «firmato una circolare: «Il tetto agli stipendi è ora tarato sul primo presidente di Corte di Cassazione. Nella circolare esplicito che in questo tetto, facendo riferimento a una norma del governo Letta, debbano essere cumulati anche tutti i trattamenti pensionistici, compresi i vitalizi». Il tetto è di 330 mila euro lordi.
Diversa e più lunga la questione delle società come Eni o la stessa Ferrovie, su cui Madia annuncia che «ci sarà una proposta del governo»
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