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«Madame X», il viaggio di Madonna intorno al mondo

«Madame X», il viaggio di Madonna intorno al mondo

Musica Il nuovo disco della cantautrice in uscita il 14 giugno, dal fado portoghese al reggaeton di «Future»

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 7 giugno 2019

Settantacinque anni fa lo sbarco in Normandia. Un numero sterminato di uomini, navi, aerei parteciparono allo sbarco. Tra loro un B17, il bombardiere statunitense numero 42-97374, ribattezzato Madame X. 75 anni dopo, forse per quel motivo, forse no, Madonna, trasferitasi in Europa, ha voluto chiamare Madame X il suo nuovo album.

PER QUALCHE TEMPO l’immagine ricorrente, compresa la polemica e stonata sortita di Tel Aviv all’Eurovision Song Contest, era costituita da una benda sull’occhio con un evidente X. E si pensava potesse essere l’immagine del nuovo disco, in uscita il 14 giugno, invece la copertina vera mostra Madonna che ci vede benissimo con due grandi occhioni blu, ma la sua bocca rossa è cucita da un evidente filo nero. Ma ci vuole altro per zittire Veronica Ciccone che nel frattempo è divenuta abitante di Lisbona, per consentire al figlio David di frequentare le squadre giovanili del Benfica.

Come tutte le persone intelligenti e sensibili, oltre che di talento, Madonna ha saputo cogliere gli umori e gli stimoli che provenivano da questa nuova collocazione geografica e culturale. Così si è messa al lavoro confezionando una sorta di giro del mondo musicale in poco più di sessanta minuti. E il risultato è a suo modo sorprendente e affascinante. Il disco che uscirà avrà, come sempre, diverse versioni. Un cd normale con 13 tracce, un cd deluxe con 15 tracce (quindi un paio di brani supplementari) e altre amenità, un vinile doppio.

IL VIAGGIO musicale di Madonna parte da Medellin con Maluma e si tratta di un brano già ampiamente diffuso. Poi si passa a Dark Ballet, articolato e avvincente che include anche rielaborazioni di musica classica tradotta pop, all’insegna dello «I can dance like a boy, I can dance like a girl», per concludere con «It’s a beautiful life». Subito dopo però arrivano gli spari, veri, di God control, che dovrebbe fare riferimento alla follia Usa della diffusione delle armi da fuoco con un «wake up» finale che suona più esortazione che invito.

Quando arriva Future, cantata con la collaborazione di Quavo, siamo al gustosissimo reggaeton, quindi Caraibi. E ci si sposta a Capoverde con Batuka, interpretato con il coro delle Batukadera’s di Capo Verde, scoperte proprio a Lisbona. Poi ci sono reminiscenze del fado, non propriamente musica allegra, ma la tradizione portoghese in qualche modo impone, ecco quindi Killers who are Partying dal testo un po’ sempliciotto in cui la nostra si identifica con tutti quelli che subiscono torti: dai bimbi sfruttati, ai poveri umiliati, i palestinesi maltrattati, gli israeliani incarcerati, i musulmani odiati, i nativi americani, le donne violentate, di tutto e di più ma senza vero trasporto emotivo, anche se viene detto «io so cosa sono e cosa non sono».

Crave con Swae Lee, Crazy, Come Alive, spaziano in altri luoghi per arrivare agli echi indiani di Extreme Occident in cui rievoca Battiato e il suo centro di gravità permanente, salvo poi esplodere nella fantastica cover di Faz Gostoso in coppia con Anitta, un brano irresistibile nel ritmo e nei sapori brasiliani (tutto il disco spazia tra inglese, spagnolo e portoghese). E ci si avvia alla conclusione con l’ottima Bitch I’m Loca, di nuovo con Maluma, I don’t Search I Find, Looking for Mercy per chiudere negli Usa con I Rise, omaggio alle vittime dell’orrenda strage compiuta in un discoteca gay in Florida.

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