La morte del cooperante Giovanni Lo Porto in parlamento si trasforma subito in una feroce polemica politica. Il fatto è che, al di là della comunicazione di Palazzo Chigi – la telefonata di Renzi a «mamma Giusy» – troppe cose non tornano. Tutt’altro che dettagli, per la responsabilità di un capo di esecutivo. E così il governo, nelle stesse ore in cui incassa il nulla di fatto dall’eurovertice sull’immigrazione, deve correre ai ripari ed accettare di riferire subito in aula, cosa che farà stamattina alle 10 alla camera.

La notizia della morte viene anticipata dal Wall Street Journal che cita come fonte alti funzionari dell’amministrazione. Quindi si tratta di una notizia «data» o «rivelata»? Qualche ora dopo il presidente Obama, ammettendo la notizia, aggiunge di aver «informato ieri Renzi». Quindi da ieri Renzi sapeva della morte di Lo Porto?

Un gruppo di deputati 5 stelle porge altre cinque domande al presidente del consiglio: «Perché dobbiamo sapere della morte di un nostro cooperante dal capo di un governo estero? Perché dobbiamo sapere della morte di un nostro cooperante proprio dal responsabile di quella morte mentre se ne scusa? Cosa diamine è andato a fare Renzi alla Casa Bianca se il presidente Obama non si è neppure degnato di informarlo di un evento così grave? Perché Renzi ha saputo già da ieri e si è stato zitto, senza preoccuparsi di informare i cittadini italiani?»