Ma gli scrittori guadagnano abbastanza per sopravvivere?
Intervista Lucie Le Moine, scrittrice, racconta come si difendono i diritti degli autori e degli illustratori per ragazzi
Intervista Lucie Le Moine, scrittrice, racconta come si difendono i diritti degli autori e degli illustratori per ragazzi
Mai come negli ultimi giorni si è parlato – a proposito e più spesso a sproposito – di quanto guadagnano gli scrittori. A fare da motore sono state le polemiche intorno alla cifra, vera o presunta, accettata o rifiutata, che l’agenzia letteraria di Antonio Scurati avrebbe richiesto alla Rai per un monologo sul 25 aprile prima oscurato e poi – per fortuna – ampiamente diffuso, e ne è venuto fuori che, a quanto pare, in molti ancora pensano che scrivere non sia un vero lavoro e che non abbia motivo di allinearsi (peraltro molto in basso) ai tariffari che vigono senza nessuno scandalo in tante altre categorie.
Non che il problema sia solo italiano: giorni fa il sito americano Book Riot ha pubblicato un articolo di Rebecca Joines Schinky, Ma quanto guadagnano davvero gli scrittori?, nelle cui prime righe spiccava un consiglio: «Tenetevi stretto il vostro posto di lavoro». E un intero segmento della seconda edizione degli Incontri franco-italiani sul futuro del libro, che ha avuto luogo a Roma, a Palazzo Farnese, mercoledì scorso, ha avuto come tema Formazione, statuto e remunerazione degli artisti in Francia e in Italia.
Il confronto, per la verità, è piuttosto impietoso per quello che succede da questa parte delle Alpi: come ha spiegato l’autrice di libri per ragazzi Lucie Le Moine, esistono oltralpe forme di tutela che garantiscono, se non la ricchezza, una dignitosa sopravvivenza a chi ha avventatamente scelto la strada della scrittura. Interessante in particolare è l’azione della «Charte des auteurs et illustrateurs jeunesse», o più semplicemente Charte, di cui Le Moine è esponente. A margine del seminario le abbiamo rivolto alcune domande.
Prima di tutto, ci vuole spiegare cosa è la Charte, e quali sono i suoi compiti e obiettivi?
È un’associazione nata quasi mezzo secolo fa, nel 1975, per difendere i diritti degli autori e degli illustratori per ragazzi. È gestita direttamente dagli autori e ha un consiglio di amministrazione di cui attualmente faccio parte. La nostra attività è su base volontaria, ma abbiamo tre dipendenti che consentono di svolgere al meglio la notevole mole di lavoro cui dobbiamo fare fronte. La sfida principale consiste nel rappresentare collettivamente la voce degli autori presso gli organi politici, i dipartimenti governativi e così via, tenendo conto che l’obiettivo principale è quello di migliorare la nostra retribuzione. Ma offriamo anche programmi di formazione e sviluppo professionale, leggiamo e negoziamo contratti, e aiutiamo gli autori a risolvere eventuali questioni fiscali e sociali. Inoltre, forniamo ai nostri aderenti consulenza legale e amministrativa.
Quando parla di un miglioramento della retribuzione, si riferisce a quanto vengono pagati i testi o le immagini, oppure alle attività parallele che sempre di più gli autori – per ragazzi o per adulti – sono chiamati a fare per promuovere i loro libri?
Effettivamente, ormai da molti anni, soprattutto per quanto riguarda gli autori per bambini, buona parte del lavoro si svolge nelle scuole, nelle mediateche, nei festival. Per questo la Charte, fin da quando è nata, si è concentrata in particolare su questo aspetto: abbiamo elaborato dei tariffari che vengono rivisti ogni anno tenendo conto dell’inflazione e che sono stati acquisiti dal Centre National du Livre (l’ente pubblico che in Francia si occupa della promozione della lettura, ndr). Adesso la cifra per tre laboratori, vale a dire per una giornata intera di lavoro, è di 500 euro ed è su questa base che si svolgono le negoziazioni quando un’istituzione culturale vuole ingaggiare autori o illustratori. Quando un festival o un ente non rispetta la tariffa, il socio o la socia si rivolge alla Charte che si incarica di seguire la pratica, ma in linea di massima siamo piuttosto forti su questo versante: se un festival o una manifestazione vuole ricevere una sovvenzione dal Centre National du Livre, è tenuto ad applicare le tariffe fissate, e quindi nel tempo la prassi si è consolidata.
Per la retribuzione del lavoro di scrittura o di illustrazione da parte degli editori la Charte ha fissato dei «paletti» analoghi?
È evidente che questo è un terreno più complesso, perché le variabili sono numerose, ma ci stiano muovendo anche qui, soprattutto per acquisire il maggior numero di dati, con l’obiettivo di arrivare a contrattazioni sugli anticipi e sui diritti d’autore fondate su una maggiore trasparenza. Non ci siamo ancora, però.
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