Per anni il M5S si è vantato di avere un «non statuto», in sfregio ai partiti tradizionali. Ora si ritrova a barcamenarsi tra due statuti, entrambi partoriti nel 2021: il primo a febbraio, il secondo in agosto dopo una lunga gestazione ad opera di Giuseppe Conte. Statuti che prescrivono regole diverse, con il primo che è tornato in vita dopo la sentenza del tribunale di Napoli che lunedì ha congelato il secondo e, con esso, anche la leadership dell’avvocato. Un guazzabuglio regolamentare e giudiziario che ha spinto Beppe Grillo a tornare a Roma, dove oggi incontrerà Conte, Di Maio, Virginia...