Politica

Affinità e divergenze tra M5S e Verdi

Affinità e divergenze tra M5S e VerdiGiuseppe Conte – Ansa

Europee La guerra divide i 5 Stelle e il gruppo ambientalista, schierato su posizioni atlantiste. Intanto l'ex vicepresidente dell'europarlamento Fabio Massimo Castaldo attacca Conte sul tetto dei due mandati

Pubblicato circa un anno faEdizione del 4 ottobre 2023

A che punto sono le trattative tra il Movimento 5 Stelle e i Verdi in Ue in vista del voto di giugno? Il co-presidente del gruppo green Philippe Lamberts ieri ne ha parlato rispondendo ad alcune domande in conferenza stampa al margine della seduta plenaria di Strasburgo. Ha confermato che ci sono stati alcuni momenti di confronto e spiegato abbastanza chiaramente che i punti di maggior distanza ruotano attorno guerra in Ucraina. «Se si guardano alle posizioni che i Verdi difendono in Europa e quelle che il M5S difende in Italia, si può vedere bene quali sono i punti di convergenza o divergenza – spiega Lamberts – Non serve un dottorato in scienze politiche per capirlo: guardate alla geopolitica e lo capirete». I Verdi, soprattutto quelli tedeschi, sostengono da tempo posizioni atlantiste che li allontanano dal no all’invio alle armi propugnano dal M5S. Ieri sera il capogruppo ha riunito i suoi per «decidere sui prossimi passi».

Dalla delegazione dei 5 Stelle in Ue minimizzano le divergenze: «Il dialogo è ancora in corso, la riunione di ieri sera serve anche a rilanciare il dialogo e non a chiudere». L’impressione però è che chi è favorevole all’accordo debba trovare il modo di dare un’accelerata: «Ci vorrebbe una miccia da innescare». È vero che il tempo stringe, ma non è detto che tutto si debba concludere in tempo per la campagne elettorale delle europee. Il matrimonio, sperano alcuni grillini, potrebbe celebrarsi a elezioni avvenute, quando sarà il momento di formare i gruppi. Per Conte non sarebbe la soluzione ideale, dal momento che spera di avere in tasca l’accordo con gli ambientalisti in tempo utile per il voto, ma almeno eviterebbe ai suoi eletti di finire anche a questo giro fuori dai giochi.

Sempre dall’Europa, intanto si materializza una grana per Conte. Il dissenso dell’ex vicepresidente del parlamento europeo Fabio Massimo Castaldo si è palesato in un’intervista al Corriere della sera che ripropone quando Castaldo aveva manifestato via Facebook. «Ho sempre creduto nel percorso di riorganizzazione – sostiene Castaldo – In quest’ultimo anno, però, è avvenuta una brusca involuzione democratica. In un anno abbiamo avuto solamente tre riunioni del Consiglio nazionale, peraltro molto ingessate e generiche». Tutto ruoterebbe attorno al tetto dei due mandati: nei giorni scorsi Conte, supportato da Beppe Grillo, ha respinto l’ennesimo assalto all’ultima regola fondativa rimasta in piedi. Castaldo ha già trascorso dieci anni in Europa, dunque è destinato a farsi da parte. «Se si vogliono prevenire accentramenti di potere e conflitti d’interesse, a maggior ragione è necessario prevedere il medesimo limite anche per sottosegretari, ministri e premier – dice a questo proposito – è paradossale e contraddittorio che questa logica si applichi persino a consiglieri comunali e municipali, anche se stati in carica per pochi mesi, e non ai vertici di governo, che ipoteticamente potrebbero continuare nel proprio ruolo per decenni».

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