Politica

«Lutto nazionale? Non in nostro nome»

«Lutto nazionale? Non in nostro nome»L'azione di protesta all'Altare della patria

L'unto nazionale Proteste contro la scelta del governo. La giornata inizia. con uno striscione al Vittoriano: «Non siamo in lutto, siamo in lotta»

Pubblicato più di un anno faEdizione del 15 giugno 2023

Il miraggio dell’unanimità, del paese pacificato da Silvio Berlusconi, non si è compiuto neanche di fronte al lutto nazionale proclamato dal governo per la morte di Berlusconi. Emergono distinguo dalla politica, soprattutto da M5S, Pd, e Alleanza Verdi Sinistra, ma si possono scorgere voci di dissenso diffuse nella società. Così, se la destra al potere ha scelto di mettere in scena il rito di passaggi in funzione dei nuovi assetti della maggioranza, è inevitabile che anche il lutto per il Cavaliere diventi oggetto di scontro politico.

La giornata si apre con lo striscione aperto da un gruppo di manifestanti davanti all’Altare della patria, a Roma. Porta la scritta «Oggi non siamo in lutto, siamo in lotta» e la firma «Transfemministe antifa». Il drappello viene denunciato per manifestazione non autorizzata. Intanto, il padre domenicano Claudio Monge, responsabile del Centro per il dialogo interculturale e interreligioso di Istanbul, parla di «populismo che celebra se stesso» e si dissocia via Twitter parlando di «mancanza senso della misura e del pudore».

Patrizio Onori, astigiano attivista Lgbt ed ex presidente di Asti Pride che ha creato una petizione sul sito di Change.org contro il lutto nazionale parla di «penoso processo di beatificazione laica». La destra romana, intanto, protesta perché il III municipio della capitale, amministrato dal centrosinistra, non ha esposto le bandiere a mezz’asta. Da Potere al popolo lanciano una «campagna social di protesta» per esprimere il rifiuto di partecipare al lutto nazionale.

E poi ci sono gli studenti. Al dipartimento di Scienze Politiche Roma Tre organizzano un presidio contro la decisione del governo di proclamare il lutto nazionale, scelta che viene definita «frutto di una posizione puramente ideologica». «Ci opponiamo con forza all’ennesima presa di posizione divisiva di questo governo, alla decisione di celebrare in pompa magna una figura che ha svilito e svuotato del loro significato i nostri luoghi del sapere», proseguono. Sulla stessa onda anche gli allievi della Scuola normale superiore, che hanno esposto lo striscione «Non il nostro lutto». A Pisa, dallo spazio studentesco Exploit dicono che «l’unico lutto nazionale è per le macerie che lascia sulla nostra generazione».

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