Lavoro

L’uomo delle crisi «non rinnovato» dopo 11 anni

L’uomo delle crisi «non rinnovato» dopo 11 anniGiampiero Castano

Governo del Cambiamento Giampiero Castano paga il cattivo rapporto con Giorgio Sorial, ex parlamentare M5s. "Nessuna epurazione ma non mi hanno nemmeno fatto un saluto. Il nuovo governo punta troppo a soluzioni di breve periodo. Bridgestone la vertenza di cui vado più fiero"

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 5 febbraio 2019

Neanche lui la chiama «epurazione». E non se «la prende nemmeno tanto». Giampiero Castano da venerdì scorso è «un uomo libero». A 65 anni ha passato gli ultimi 11 al ministero dello Sviluppo economico a gestire i tavoli di crisi aziendale con governi di qualsiasi colore, «da Scajola a Zanonato, tanto per citare i peggiori di entrambe le parti».
La notizia della «mancata conferma del suo contratto di collaborazione» ieri ha fatto il giro dei siti, affibbiandoli il titolo di «mister 130 tavoli» – «neanche fossi un organizzatore di matrimoni», commenta incredulo e divertito. «La cosa che mi è un po’ dispiaciuta e non aver avuto neanche un saluto, una comunicazione, ma è tutto più che lecito», sottolinea da signore qual è considerato da tutti. Troppi i dissidi con Giorgio Sorial, l’uomo che ha già preso il suo posto. Parlamentare nella scorsa legislatura, non rieletto, il bresciano di origine egiziana è formalmente il vicecapo di gabinetto del ministro Di Maio ma già da giugno presiede ogni tavolo di crisi, l’ultimo dei quali insieme è stata quella Industria Italiana Autobus per cui Sorial si è inventato un aumento di capitale a 6 mesi per un socio sconosciuto.
I due non si sono mai presi, sebbene Castano glissi sull’argomento: «Il mio è un ruolo prettamente tecnico, io ho lavorato con governi di qualsiasi colore e anche in questi mesi la collaborazione è stata proficua». Allo stesso tempo però arriva una critica «altrettanto tecnica»: «Se con ogni governo il ministro, il vice o il parlamentare interessato territorialmente dalla crisi aziendale la prendeva in mano, con l’attuale governo ho assistito a troppe soluzione di breve periodo, quasi elettoralistiche», si sfoga Castano. «Fra poco ci sono le elezioni in Sardegna? Si va in Sardegna a risolvere tutte le crisi in un colpo solo. Io non sono abituato a lavorare così, in questi anni bene o male abbiamo sempre cercato di dare una soluzione sistemica ai problemi: negli anni 2008-10 abbiamo lavorato ad allargare la cassa integrazione, negli anni seguenti abbiamo impostato una serie di norme per favorire la reindustrializzazione e negli ultimi anni abbiamo puntato sulla innovazione. Ora invece si guarda solo al breve periodo, a risolvere con qualsiasi mezzo possibile».
Un’altra volta in vita sua Castano fece notizia. Era l’ottobre del 2000 e da segretario nazionale Fiom con delega all’informatica passò immediatamente a capo del personale della Olivetti Lexikon, guidata da Corrado Ariaudo. Poi nel 2007 l’approdo al Mise dove ha inventato l’Unità di crisi, apprezzato per l’obiettività da sindacati e imprese. A parte la triste vicenda Almaviva Roma con 1.666 licenziamenti con Calenda e Bellanova, «la vertenza risolta di cui vado più fiero è la Bridgestone di Bari nel 2013: i giapponesi l’avevano già chiusa e noi riuscimmo a farla riaprire con tutti gli 800 lavoratori. La peggiore invece è Termini Imerese: Scajola si impuntò a sostituire la Fiat nel 2009 incaponendosi sulle auto e fra Di Risio, i cinesi e le auto elettriche, ancora non è stata risolta».

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