«L’evento popolare più importante d’Italia, in cui Taranto si fa metafora della necessità di essere presenti», così Michele Riondino, direttore artistico assieme ad Antonio Diodato e Roy Paci, ha definito l’Uno Maggio Libero e Pensante. Non un festival, né un concertone, ma una manifestazione interamente autofinanziata che compie i suoi dieci anni dalla nascita e si conferma l’unico palco in grado di far echeggiare coralmente le istanze della cittadinanza attiva che la politica prova ancora una volta a ignorare.

QUEST’ANNO SARA’ LA LIBERTA’ la parola d’ordine scelta per celebrare la Festa dei Lavoratori. «Un canto che – si auspica il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, un gruppo di operai e cittadini formatosi a seguito del sequestro degli impianti dell’area a caldo dell’acciaieria ex Ilva nel 2012 – trovi parole in tutti i giorni a seguire, che non si spenga con le luci del palco. Mai come quest’anno – fanno sapere gli attivisti – ricorreremo all’arte, perché a chi inneggia al potere o vilmente gli strizza l’occhio, rispondiamo con l’espressione più potente che inneggia alla libertà».

PROPRIO LI’ DOVE – come spiega Raffaele Cataldi, operaio in amministrazione straordinaria – «si continua a morire e si continua a perdere il lavoro», il coraggio e la voglia di cambiare rotta non si sono mai affievoliti. Taranto resta un simbolo di lotta e resistenza, che l’Uno Maggio Libero e Pensante contribuisce a veicolare come il frutto di un processo politico più ampio. All’appello per una sostenibilità sociale che includa la sostenibilità ambientale, per un progresso che contempli il rispetto per gli ecosistemi e per i diritti umani, hanno risposto in tanti. Un calendario fitto di dibattiti e la consueta assemblea mattutina faranno da apripista alla manifestazione che inizierà alle 14 il 1° maggio nel parco archeologico delle Mura Greche. La conduzione è affidata a Valentina Correani, Martina Martorano, Valentina Petrini, Serena Tarabini e Andrea Rivera. La musica ancora una volta presterà il fianco ai movimenti della società civile per fargli da megafono.

NON SOLO ILVA, MA TRIVELLE, grandi opere, migranti, detenuti, guerra, mafia, clima. Queste sono alcune delle tematiche che verranno affrontate. Sul palco interverranno Filippo Taglieri per l’associazione ReCommon, Valentina Pitzalis, Christian Raimo, Ilenia Iengo, Teresa Antignani, Francesca Corbo per Amnesty International Italia, Flavio Rossi Albertini, l’associazione Bianca Guidetti Serra, Fridays for Future Italia, Luisa Impastato per Casa Memoria Felicia Impastato, Dana Lauriola per il Movimento No Tav, il Movimento No Triv, il Movimento No Tap, Campagna per il Clima fuori dal Fossile, Enzo Di Salvatore, Raffaele Crocco, Laika, Patrizia Moretti, Sos mediterranee, Marco Cappato, Salvo Ruvolo per Associazione Musica e Cultura, Margherita Luongo per la Fondazione Amor, l’associazione Dis-education. Vi sarà anche una testimonianza da Cutro.

SUL FRONTE MUSICALE saranno presenti Samuele Bersani, Vasco Brondi, Vinicio Capossela, Tonino Carotone, Luca De Gennaro, Niccolò Fabi, Nino Frassica e la Los Plaggers Band, Gemitaiz, Fido Guido, Kento, La rappresentante di lista, Marlene Kuntz, Mezzosangue, Meg, Francesca Michielin, Studio Murena, Omini, Willie Peyote, Ron, Renzo Rubino, Terraros, Venerus e il giovane attore e musicista Carlo Amleto. La novità di quest’anno è la Uno Maggio Orchestra, nata per l’occasione, di cui fanno parte Roberto Angelini, Fabio Rondanini, Gabriele Lazzarotti, Adriano Viterbini, Andrea «Fish» Pesce, Rodrigo D’Erasmo, Beppe Scardino e Stefano «Piri» Colosimo.

LA GIORNATA SARA’ documentata dai registi Giorgio Testi e Fabrizio Fichera della casa di produzione Cascavel. La manifestazione sarà in diretta su Corriere.it e Antenna Sud e in media partnership con Vh1 e Pluto Tv. «Se dal punto di vista degli eventi storici – fa sapere il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti – dovremmo considerarci sconfitti, perché le nostre profezie su Taranto si sono avverate, sappiamo di aver intrapreso un processo lungo e complesso per far fronte alla crisi globale. Siamo parte di un meccanismo più ampio di prevaricazione e l’Uno Maggio è la riprova che noi non intendiamo lasciarci schiacciare».