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L’universo poetico di Monsieur Hulot

L’universo poetico di Monsieur Hulot

Libri Un cofanetto che raccoglie tutta l’opera filmica di Jacques Tati: il cofanetto con 10 dvd e il libro (Ripley's Home Video)

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 19 gennaio 2019

Grazie a Ripley’s Home Video (RHV), finalmente esce da noi un cofanetto che racchiude tutta l’opera filmica di quel grande attore-autore che è stato il francese Jacques Tati (1907-1982). C’è tutto. Pertanto, chi l’acquista, potrà vedere i cortometraggi del nostro – On demande une brute (1934); Gai dimanche (1935); Soigne ton gauche (1936); L’école des facteurs (1946); Cours de soir (1967); Dègustation maison (1976); Forza Bastia (1978) – come i suoi lunghi. E dunque: Giorno di festa (1949); Le vacanze del signor Hulot (1953); Mio zio (1958); Tempo di divertimento (1967). Ma anche i suoi ultimi due lavori, per la prima volta in Dvd, e cioè Il signor Hulot nel caos del traffico (1971) e Il circo di Tati (1974). E non solo, perché nel cofanetto sono pure inclusi dei contenuti extra molto interessanti, come le versioni alternative di Giorno di festa e de Le vacanze del signor Hulot, i trailer, materiali dall’archivio Tati e altro. Infine, a corredo dei dischi, RHV ha prodotto un libretto che raccoglie alcuni interventi e testimonianze che delineano la ricezione italiana, nel tempo, del cinema del nostro. Si va da quello che scrisse Ennio Flaiano su Giorno di festa al ricordo di Dario Fo.

Ora, Tati è certamente un uomo di cinema ben noto agli appassionati. Esiste una seria letteratura critica al riguardo. Però, quel che si può dire in questo caso è che avere tutti i suoi film a disposizione per una visione domestica è, senz’altro, qualcosa che può aiutare a capire la sua opera nel complesso. Per esempio, il fatto che certe scelte di messa in scena in questo o quel suo lavoro, viste in relazione fra loro, rivelano tanto una continuità stilistica ammirevole quanto un modo di vedere ancora avveniristico.

In merito, si possono segnalare due temi che sembrano spiccare più di altri: la tendenza alla dispersione nelle trame relative ai suoi film; la natura sorprendentemente intellettuale della sua concezione di comico.

Dalla narrazione alla situazione

C’è una bella intuizione nell’intervento critico di Nino Frank presente nel libretto del cofanetto. Il testo in questione è relativo al secondo lungometraggio di Tati. In sostanza, si legge che dopo Giorno di festa il nostro avrebbe rinunciato alla idea di story, presente nel suo esordio alla regia, per concentrarsi sulla messa in scena di gag. Inoltre, questo scarto risulterebbe contestuale alla invenzione/caratterizzazione del personaggio di Hulot che, alla fine, non abbandonerà più.

Ora, se si condivide tale osservazione, ce ne sarebbe poi da aggiungere una seconda, conseguente. Ovvero che il cinema di Tati, via via fino a quel culmine spettacolare che è Tempo di divertimento, si sia progressivamente indirizzato verso una moltiplicazione di situazioni sceniche a discapito della funzione uniformatrice e costruttrice della narrazione. Un tale scarto ha permesso al francese di connotare in modo altamente visivo il suo umorismo e in tratti quasi fumettistici la sua recitazione.

Inoltre, seguendo questo ragionamento, si potrebbe anche affermare che nei suoi lavori non emergerebbe una idea illustrativa di immagine come in molto cinema comico, di ieri e di oggi. Nel suo modo di vedere c’è uno splendore visuale mai fine a sé stesso. Anzi, quello che si percepisce in molte scene risulta essere un uso sapiente del linguaggio filmico – inquadratura, suono, montaggio – che, il più delle volte, integra il senso di ciò che è ripreso, di ciò che accade.

Un Monsieur Teste comico

Monsieur Teste è una memorabile creazione letteraria e forse alter-ego di quel grande scrittore e intellettuale francese che fu Paul Valéry. La sua peculiarità è quella di essere una presenza tutta mentale, un esperimento dentro e fuori il cosiddetto mondo della mera finzione.

Ora, al di là delle questioni tecniche relative alla possibilità di un’analogia tra pagina scritta e scena filmata, si potrebbe comunque suggerire di considerare Hulot come il Monsieur Teste dell’attore-autore francese. Quindi, un personaggio le cui azioni sembrano in grado di guidare e sensibilizzare l’osservazione dello spettatore, rivelando la natura intellettualmente complessa di situazioni apparentemente convenzionali. Seguendo tale prospettiva, anche la comicità fisica del nostro rivelerebbe qualcosa di altro, e cioè un’inclinazione all’osservazione e all’astrazione come ispirazione e finalità. In questo, è come se la sua comicità fosse una attualizzazione di certi grandi esempi del passato (Buster Keaton).

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