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L’universo Lgbt raccontato in formato manga

L’universo Lgbt raccontato in formato  mangaIl manga di Horo Musuko

Maboroshi Nei scorsi giorni l’Università Femminile Ochanomizu ha catturato l’interesse di giornali e media grazie alla decisione di voler aprire le sue porte anche a studentesse transgender.

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 13 luglio 2018

Nei scorsi giorni l’Università Femminile Ochanomizu ha catturato l’interesse di giornali e media grazie alla decisione di voler aprire le sue porte anche a studentesse transgender. Fondata nel 1875 a Tokyo, la prima del suo genere in Giappone, l’università potrebbe già cominciare ad accettare studentesse transgender dal 2020, anno delle Olimpiadi e che sempre di più si sta trasformando in una data fondamentale per il futuro del paese. Quella dell’Università Ochanomizu, scelta che potrebbe essere seguita da un’altra istituzione prestigiosa come l’Università Femminile di Nara, è una decisione assai importante in quanto il Giappone è ancora, a livello istituzionale almeno, molto indietro rispetto al riconoscimento ed alla protezione delle minoranze sessuali e dei diritti LGBT. Come spesso accade, il mondo dell’arte e della creatività è molto più progressista, anche perché si tratta in fin dei conti di espressioni individuali e non di scelte nazionali. Resta il fatto che nel corso degli ultimi decenni, il mondo dei manga e dell’animazione si è spesso occupato di tematiche LGBT. Naturalmente gli aprocci sono stati diversissimi, da opere di tono leggero e superficiale, a lavori più meditati e rispettosi del tema dell’identità sessuale e dei rapporti fra le varie individualità descritte.

Alla prima categoria appartiene forse Back Street Girls, una serie animata in onda a cadenza settimanale su Netflix Giappone, dove tre yakuza vengono sottoposti ad interventi chirurgici per diventare donne e formare un gruppo di J-Pop. Lavoro dal tono caricaturale, l’anime è più una corrosiva critica del mondo dei gruppi delle idol giapponesi che una delicata descrizione della vita di un gruppo di ragazzi transgender. Ma in questa categoria sono diverse le serie di livello, uno dei lavori più apprezzati è sicuramente Horo Musuko, manga pubblicato dal 2002 al 2013, inedito in Italia, diventato nel 2011 anche serie animata con il titolo Wandering Son. La storia si sviluppa attorno a Shuichi, un ragazzo di quinta elementare che si trasferisce in una nuova scuola, dove incontra e fa subito amicizia con Yoshino, una ragazzina molto alta e forte. I due ben presto scoprono che la loro amicizia rivela qualcosa di molto più profondo, entrambi infatti sentono di appartenere all’altro sesso, Shuichi vuole diventare una ragazza e Yoshino un bambino. Più recente è invece Yuri!!! On Ice, serie che grazie alle musiche, alla grafica e ad un livello produttivo di livello ha conquistato diversi premi nel 2016, anno della sua uscita giapponese.

Ambientato nel mondo del pattinaggio artistico su ghiaccio, tra gli sport più seguiti e che regala periodicamente molti successi al Paese del Sol Levante, l’anime vede protagonisti due pattinatori, Yuri e Victor. Non solo i due sono i primi della classe nel loro sport, ma allo stesso tempo instaurano una relazione sentimentale che li aiuterà a superare i mille ostacoli e difficoltà nel corso delle loro vite. Del 1996 è invece Utena la fillette rèvolutionnaire, manga, animazione seriale, lungometraggio, spettacolo teatrale e videogioco, tutti prodotti quasi contemporaneamente, che per certi versi rivoluzionò l’industria animata. Non solo perché fu uno dei primi esempi di strategia multimediale, nel 1996, ma anche perché affronta tematiche legate all’omosessualità ed alla bisessualità.
La protagonista, Utena, una ragazza dai modi maschili che si veste da ragazzo, si innamora di un misterioso principe che da bambina l’ha salvata e le ha donato uno speciale anello. Da qui comincerà la sua ricerca, capace di portarla all’accademia di Otori e che diventerà anche un percorso di scoperta personale.

matteo.boscarol@gmail.com

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