Neanche ai tempi di Chernobyl si era vista una cosi estesa mobilitazione di specialisti della comunicazione scientifica dedicarsi all’imbonimento delle inconsapevoli genti padane minacciate dal nuovo pericolo «giallo». Passato il momento della caccia al monatto asiatico e allo scenografico «paziente zero», le troupe generaliste di ogni ordine e grado hanno saturato l’etere e il web di pandette virologiche, immunologiche ed epidemiologiche da riempirci un intero bignamino. Se poi vi aggiungiamo le considerazioni psico-socio-sanitarie usate, alternativamente, da allarmisti, minimalisti e dietrologi, allora sì che la paura e il delirio – non delle catastrofi, ma del modo di affrontarle – potrebbero avere...