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Lunedì comitato direttivo Ue sui vaccini Effetto variante: chiusure e quarantene

Lunedì comitato direttivo Ue sui vaccini Effetto variante: chiusure e quarantenePfizer. – Ap

Unione Europea Il Belgio chiude le frontiere, Oslo in semi-lockdown, nuove restrizioni a Madrid

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 24 gennaio 2021

Da lunedì si riunisce per 5 giorni l’Ema, l’agenzia europea dei medicinali, che il 29 gennaio dovrebbe dare l’autorizzazione per un nuovo vaccino, quello di AstraZeneca.

Ma l’angoscia per le nuove varianti del virus e per i ritardi che si accumulano nelle consegne delle dosi stanno sommergendo l’Europa, dove i paesi, di nuovo in ordine sparso, prendono decisioni per restringere la libera circolazione, mentre il numero dei morti è salito a 435mila nel vecchio continente.

Bruxelles invita alla «coodinazione», ma le decisioni sulle frontiere sono di competenza nazionale. La Commissione, per evitare le chiusure delle frontiere, propone di aggiungere la zona «rosso scuro» per le aree più colpite, di modo da sottoporre chi ne proviene a regole più severe, oltre al test anche una quarantena.

Vari fattori stanno facendo scattare la corsa a un nuovo periodo di lockdown più o meno severi, nel tentativo di proteggersi in attesa di raggiungere il 70% di adulti vaccinati «entro l’estate», come ha promesso la Commissione. C’è stato l’allarme di Boris Johnson, che ha affermato che la variante inglese rende il virus lo più contagioso e – forse – anche più mortale.

Appena concluso il Consiglio europeo video di giovedì, dove la Commissione ha invitato i paesi membri ad «accelerare» il ritmo delle vaccinazioni, è arrivata la doccia fredda di AstraZeneca: anche le consegne di questo nuovo vaccino, più semplice da conservare e meno caro, dovrebbero subire ritardi, come sta già succedendo per Pfizer-BionTech.

«Profondo sconcerto» della Commissione e degli stati membri, ha reagito la commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, che ha avuto uno scambio brusco con i vertici del laboratorio: «abbiamo insistito su un calendario delle consegne preciso, sulla base del quale gli stati membri devono pianificare i programmi di vaccinazione».

Risultato: convocato lunedì un comitato direttivo sull’affaire AstraZeneca-. Di fronte alla penuria di vaccini, che sta facendo crescere la protesta tra varie categorie di cittadini, in Francia l’Alta autorità sanitaria propone di ritardare la seconda dose del Pfizer a 42 giorni, invece dei 28 previsti, come già stanno facendo Gran Bretagna e Danimarca. Così, 700mila persone in più potrebbero essere vaccinate a breve.

Ieri, la Francia ha raggiunto il milione di vaccinati e la sottosegretaria all’industria, Agnès Pannier-Runacher, assicura che non ci sarà penuria, «nuovi vaccini arrivano, Pfizer aumenta la produzione». In Francia si parla anche della possibilità, per Sanofi, di produrre in subappalto (ma il processo è lungo e complicato). Nell’impianto di produzione Pfizer di Puurs in Belgio sono in corso dei lavori per migliorare la produzione, che sarà possibile per questo vaccino anche in due siti in Germania, mentre Moderna produce in Svizzera (a Viège) e oltre al subappalto francese di Recipharm avrà anche un altro impianto a Madrid, sempre in subappalto.

Da mercoledì, il Belgio chiude praticamente le frontiere, nessun «viaggio inessenziale» sarà permesso. La Norvegia ha messo Oslo in semi-lockdown. A Madrid ci sono nuove restrizioni. La Francia si interroga, continua il coprifuoco alle 18 ma già si profila la minaccia di un terzo confinamento.

La Ue pensa anche al resto del mondo, soprattutto il più vicino (Balcani, sud del Mediterraneo), anche perché esiste una geopolitica dei vaccini, Cina e Russia sfruttano a fondo la «diplomazia delle dosi». «Nel giro di due mesi la Ue avrà più vaccini di quanti ne ha bisogno», ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che propone di stabilire una percentuale di dosi da consegnare ai paesi vicini.

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