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L’ultima danza del rock che parla al mondo

L’ultima danza del rock che parla al mondo

(Rin) tocco classico Album seminale "Temple of the Dog", fondamentale nei novanta per capire quello che sarebbe successo sulla scena grunge

Pubblicato circa un mese faEdizione del 9 ottobre 2024

La morte di Kurt Cobain il 5 aprile 1994 è un evento spartiacque per una generazione, e ha chiuso un periodo in cui la periferia era diventata il centro e in cui il linguaggio dei rocker di Seattle e dintorni aveva interpretato i sentimenti e le emozioni di tanti giovani di tutto il mondo. Se questa è la fine del grunge, è possibile trovare anche una data precisa per il suo inizio. Si tratta sempre di una morte, e sempre di una morte per droga: il 19 marzo 1990 vengono staccate le macchine che tengono in vita Andrew Wood, dopo tre giorni di coma causato da un’overdose di eroina. Quella che doveva essere la star della scena di questo nuovo rock con i suoi Mother Love Bone si spegne, lasciando un vuoto che sembra incolmabile. Al suo capezzale c’è il suo coinquilino, anche lui musicista. Si tratta di Chris Cornell, cantante dei Soundgarden, che in quel periodo sono in tour per promuovere il loro secondo album Louder than Love. Cornell scrive alcune canzoni per ricordare Wood e decide di registrarle insieme a Stone Gossard e Jeff Ament, che erano stati nei Mother Love Bone con Wood, Mike McCready, che sta iniziando a suonare con loro e Matt Cameron, batterista dei Soundgarden.
Il risultato è Temple of the Dog, un album fondamentale per capire quello che sarebbe successo da lì a poco. Le dieci tracce del disco – che esce il 15 aprile 1991 – contengono il suono e lo stile che in pochi mesi dominerà il mondo del rock e fanno scoprire un aspetto diverso delle capacità compositive di Cornell, che ha un approccio più hard rock e melodico che metal, grazie anche ai contributi di Gossard e Ament, che stanno iniziando a lavorare ai pezzi che diventeranno Ten, il folgorante album di esordio dei Pearl Jam. E a proposito, Temple of the Dog è anche l’album in cui fa il suo esordio una delle principali voci del rock degli ultimi trent’anni: Eddie Vedder era appena arrivato a Seattle, dopo una serie di vicende e di incontri che non sfigurerebbero in un film, e contribuisce come corista in tre pezzi e, soprattutto, come seconda voce in Hunger Strike, pezzo che venne usato come singolo di lancio. Cornell racconta che Vedder iniziò a cantare il pezzo e centrò esattamente l’idea in modo istintivo, senza nessuna istruzione.
Il successo di Temple of the Dog non fu immediato, ma l’album ha superato il milione di copie vendute negli Stati uniti e anche oggi è uno dei dischi fondamentali per conoscere e capire quanto sia stata radicale la rivoluzione del grunge, cioè l’ultimo momento in cui il rock è stata la musica in grado di parlare davvero a tutti.

daniele.funaro75@gmail.com

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