Lukashenko fa l’offeso: «Provocazioni occidentali»
Bielorussia Dopo il volo dirottato e le sanzioni Ue: «Invitiamo i governi a fermarsi ora perché domani potrebbe essere troppo tardi»
Bielorussia Dopo il volo dirottato e le sanzioni Ue: «Invitiamo i governi a fermarsi ora perché domani potrebbe essere troppo tardi»
Una «dura reazione» a qualsiasi attacco o provocazione da parte dell’Occidente. La risposta aggressiva del presidente bielorusso, Aleksandr Lukashenko, arriva dopo l’annuncio di nuove sanzioni ai danni di Minsk – insieme allo stop al sorvolo della Bielorussia per i vettori europei e dello spazio aereo comunitario da parte delle compagnie bielorusse – al termine del Consiglio europeo straordinario del 24-25 maggio.
«Non ci lasciano altra scelta: invitiamo i governi occidentali a fermarsi ora perché domani potrebbe essere troppo tardi», ha detto, parlando delle restrizioni imposte allo spazio aereo bielorusso – già adottate da numerosi vettori in tutta Europa dopo la vicenda del dirottamento del volo Ryanair FR4978 domenica scorsa – come di una «provocazione pianificata contro la Bielorussia». Il caso, che ha portato all’arresto del giornalista dissidente Roman Protasevich, ha infiammato nuovamente l’opposizione bielorussa che ha annunciato i preparativi per una nuova fase di proteste nel Paese. «Non c’è più tempo da perdere», si legge in una dichiarazione pubblicata sul canale Telegram dell’ex candidata presidenziale Svetlana Tikhanovskaya, che in un’intervista ha parlato della vicenda come di un «grave errore» del regime.
«La situazione va considerata nel quadro del contesto politico generale in Bielorussia, dove è in corso una crisi umanitaria: è il risultato dell’impunità del regime», ha detto. Critiche sono arrivate anche nei confronti di Bruxelles, colpevole di non essere riuscita a «modificare il comportamento» del regime con la politica di graduale innalzamento della pressione. Restano da confermare le accuse delle autorità nei confronti di Protasevich, che secondo il direttore del Comitato per la sicurezza statale, Ivan Tertel, avrebbe combattuto nel Donbass con il battaglione neonazista ucraino Azov. Una tesi che, secondo il direttore, sarebbe stata confermata dallo stesso Protasevich, ma che potrebbe essere frutto di propaganda e che l’opposizione ha smentito, accusando le autorità di aver estorto una confessione al giornalista con la tortura.
Nel caso è rimasta coinvolta anche la Russia: insieme a Protasevich è stata infatti arrestata anche la fidanzata Sofia Sapega, studentessa russa a cui sono stati convalidati due mesi di carcere per un «reato penale» che l’avvocato non ha potuto specificare a causa di un accordo di non divulgazione. La situazione vede indubbiamente la Russia in una posizione di imbarazzo di fronte alle azioni della Bielorussia: un alleato che sta diventando scomodo in un momento particolarmente delicato per Mosca, in vista del vertice di Ginevra tra Putin e Joe Biden – in programma a Ginevra per il 16 giugno. Le nuove tensioni potrebbero infatti intaccare un clima di distensione ottenuto grazie alla rimozione delle sanzioni statunitensi sul gasdotto Nord Stream 2, che il presidente Usa ha motivato ribadendo la volontà di non compromettere i rapporti con gli alleati europei (soprattutto la Germania).
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