Ludus Gravis  è un ensemble di contrabbassi nato nel 2010 dall’ incontro tra Daniele Roccato e il compianto Stefano Scodanibbio e che, nelle parole del suo direttore, ha visto la luce come una follia e tale continua ad essere, pur avendo inciso per etichette prestigiose come ECM. Il concerto al Teatro Studio Borgna all’Auditorium viene dopo cinque giorni di registrazioni in  collaborazione con Parco della Musica Records, già responsabile dell’ottimo disco del 2022 su Terry Riley, e Fondazione Musica per Roma. Apre Am Rande Des Abgrunds, di Sofia Gubajdulina, una composizione con un incipit quasi da nenia e un semplice disegno ritmico in risposta; poi le acque della composizione si increspano pur mantenendo un disegno nitido, elementare. L’andamento del pezzo si fa più astratto quando entrano due waterphone, percussioni che sembrano imitare il verso delle megattere. Didascalico nel suo svolgimento, in coda indugia su dissonanze comunque non perturbanti ed è accolto da applausi non molto convinti. Echi dell’ isola di Salvatore Sciarrino invece è giocata sui piano e i pianissimo e pare costruita su suoni e strutture che sonEchi dell’ isola di Salvatore Sciarrino invece è giocata sui piano e i pianissimo e pare costruita su suoni e strutture che sono più intenzioni che dichiarazioni.

MAGNETICA, suadente nel suo lampeggiare nelle nebbie. (Dis)Abitata da un vago clima di attesa, un sentore di fine, un languore di minaccia, come un’elegia per una dismissione. Seascapes X di Nicola Sani arriva come un graffiare di pinne e squame sull’orlo di un dirupo acquatico: siamo sommersi, non ci siamo salvati, e vaghiamo tra fragori e bagliori; blocchi di suono come banchi di pesci nell’ oceano, il mare e la gravità  che premono sulla testa, tutto quel mondo non visibile da sopra che sparisce quando si torna in superficie. Il pezzo successivo, in prima assoluta, è  Secondo taccuino dell’ ombra e della luce di Carlo Boccadoro: linee gravi suonate con l’archetto, la fioca luce di brevi aperture melodiche, in un gioco di tensione e rilascio ad abbozzare un inizio. Chiude Mirage: The Dancing Sun, di nuovo della compositrice russa, con cui Roccato ha lavorato a stretto contatto per le trascrizioni, già ascoltato all’edizione 2020 del Ravenna Festival, e si termina in crescendo: fuochi fatui, visioni, dramma, nubi, voluttà aeree. Vortici acustici e sostanza minerale del suono,  a frugare poi  nella terra di toni tra il luciferino e l’angelico, indagando le possibilità offerte da otto contrabbassi.