«Lucrarono sul Covid»: arrestati Minenna e Pini
Marcello Minenna – Lapresse
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«Lucrarono sul Covid»: arrestati Minenna e Pini

Politica L’ex direttore generale dell’Agenzia delle dogante, ex assessore al Comune di Roma e attuale assessore all’Ambiente della Calabria Marcello Minenna è ai domiciliari, così come l’imprenditore ed ex parlamentare della Lega Gianluca Pini
Pubblicato più di un anno faEdizione del 23 giugno 2023

Trentaquattro arrestati, 63 milioni di euro sequestrati e due nomi che fanno molto rumore nell’inchiesta della procura di Forlì e della Dda di Bologna su un esteso giro di corruzione e appalti in Romagna durante la pandemia.

L’ex direttore generale dell’Agenzia delle dogante, ex assessore al Comune di Roma e attuale assessore all’Ambiente della Calabria Marcello Minenna è ai domiciliari, così come l’imprenditore ed ex parlamentare della Lega Gianluca Pini.

SECONDO GLI INVESTIGATORI, i due avrebbero stretto un sodalizio – un «pactum sceleris» come si legge nell’ordinanza del Gip – nel nome del potere e del denaro. Pini avrebbe dunque promesso a Minenna di «accreditarlo all’interno della Lega in modo venisse considerato un uomo di quel partito e gli prometteva la conferma della nomina a direttore generale dell’Agenzia delle Dogane a seguito del cambio del governo, che effettivamente otteneva». Il leghista, inoltre, avrebbe poi sfruttato le sue conoscenze «di alto livello» per «garantire la presenza di persone a lui asservite all’interno di diverse istituzioni pubbliche locali e nazionali» che gli «garantivano la cura dei suoi interessi all’interno dell’amministrazione di appartenenza».

Questo sarebbe avvenuto anche durante la prima fase della pandemia, nella primavera del 2020, tramite l’acquisto da parte dell’Ausl Romagna di 3.3 milioni di mascherine di produzione cinese per la cifra di 6 milioni di euro. L’inchiesta era cominciata nel gennaio del 2020 quando la squadra mobile di Forlì, in un’intercettazione telefonica su un giro di droga.

«E STATO COSÌ possibile disvelare due veri e propri sistemi di illecito arricchimento facenti rispettivamente capo agli universi economici riconducibili in particolare a un imprenditore forlivese e all’ex parlamentare uniti, oltre che da saldi e fiduciari rapporti privati, da vicendevoli interessi finanziari – sostengono i magistrati -. Per salvaguardare e ingrossare questi ultimi, i due hanno reciprocamente posto a disposizione l’uno dell’altro le proprie peculiari capacità di interferenza illecita nei contesti all’interno dei quali si muovevano».

Per quello che riguarda l’accusa di essersi arricchito in pandemia, Pini si difende sostenendo che «non era previsto alcun bando o asta, a causa della drammatica situazione di urgenza ed emergenza: dunque tutte le forniture erano, per forza di cose, in affidamento diretto».

Per Pini nell’inchiesta si parla di 3 milioni di euro incassati per l’affare delle mascherine. «Sono fatturato, non utile. Utile che ha garantito l’operatività di una struttura da cui dipendono, nel forlivense, 30 famiglie».

IN CALABRIA, intanto, il presidente Roberto Occhiuto ha annunciato di aver preso le deleghe in precedenza assegnate a Minenna. «Rispetto l’operato della magistratura, ma allo stesso tempo voglio confermare la mia fiducia a Marcello Minenna, che in questi mesi in Calabria ha svolto molto bene il proprio lavoro», ha detto Occhiuto.

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