Lucca, Toscana Pride contro l’estrema destra
Diritti «Abbiamo portato il Pride dove c'era bisogno, in una città dove è ancora molto difficile vivere alla luce del sole il proprio orientamento e la propria identità senza subire conseguenze»
Diritti «Abbiamo portato il Pride dove c'era bisogno, in una città dove è ancora molto difficile vivere alla luce del sole il proprio orientamento e la propria identità senza subire conseguenze»
Un corteo di 20mila persone ha attraversato ieri il centro storico di Lucca, salendo quindi sulle Mura cittadine, il monumento simbolo della città toscana, per poi confluire in piazzale San Donato. Il Toscana Pride 2024 è stato un successo, una sfilata festosa e colorata, piena bandiere e vessilli, di musica e di slogan capaci di rispondere con ironia a un’amministrazione comunale che ha negato il patrocinio e ha disertato la manifestazione. Tra i più belli c’è «Casa Proud», un richiamo al movimento Casa Pound, che a Lucca è saldamente presente in consiglio e nella giunta comunale. Dal 2016 il Toscana Pride, promosso da associazioni e gruppi organizzati che animano il territorio della regione nello spazio Lgbtqia+, vuole trasformare l’indignazione, la paura e la rabbia per i soprusi e le discriminazioni in partecipazione attiva e costruttiva. Lucca è la sesta trappa dopo Firenze, Arezzo, Siena, Pisa e Livorno.
«La realizzazione della manifestazione è stata un percorso in salita, oggi possiamo tirare il fiato, orgogliosi di ciò che abbiamo realizzato – sottolineano gli organizzatori – abbiamo scritto una pagina di storia di questa città e abbiamo portato il Pride dove c’era bisogno di Pride, in una città dove è ancora molto difficile vivere alla luce del sole il proprio orientamento e la propria identità senza subire conseguenze». Il successo merita anche dediche: «Vogliamo dedicare questo Pride a tutte le persone Lgbtqia+ che vivono qui e che hanno attraversato a testa alta le strade della loro città» si legge ancora. «Vogliamo dedicarlo a chi lotta per decidere sui propri corpi e non soccombere al ricatto di conformarsi. Lo dedichiamo anche ai minori del Careggi, alle loro famiglie, perché hanno tenuto duro, non si sono arrese quando le loro vite sono state date in pasto alla gogna social. E ai figli delle famiglie omogenitoriali, alle mamme e ai papà arcobaleno che lottano per poter essere genitori a tutti gli effetti, anche per lo Stato».
Tra gli spezzoni del corteo, le famiglie arcobaleno – i membri dell’associazione genitori omosessuali – hanno lasciato alla città di Lucca uno slogan semplice ed efficace: «Vi portiamo l’amore delle famiglie arcobaleno. Ricordatevi che è l’ amore che crea una famiglia». Tanti i gruppi presenti, dalle associazioni locali come Coming Out Valdinievole all’Arcigay, dall’Anpi agli scout laici, il Corpo nazionale giovani esploratori ed esploratrici italiani. Alcuni manifestanti indossavano maglietti delle scorse edizioni del Toscana Pride, come quello del 2018, che si tenne a Siena. Slogan: «Per orgoglio e per amore». Quello del 2024, invece, è «Indomitə e Fierə», contro la violenza istituzionale di un governo familista, sovranista, razzista e abilista.
Tra i tanti manifestanti che indossavano la fascia trilocale, spiccava l’assenza di un rappresentante del Comune di Lucca. C’era invece, in corteo, Francesco Raspini, capogruppo del Pd in consiglio comunale: «È una festa bellissima, colorata, allegra, pacifica. Ci sono tante amministrazioni e spiace constatare l’assenza di chi oggi si professa moderato, il sindaco Mario Pardini. A Lucca c’è un potere che si professa mite ma che in realtà è arrogante e presto questo lo farà scivolare. Oggi ricordo Pietro Fazzi, sindaco che aveva una connotazione ben definita, e che però a differenza di Pardini aveva chiaro di essere il sindaco di tutti e non solo di quelli che simpatizzano per lui, che partecipò con la fascia a una manifestazione cittadina indetta per protestare contro la violenza contro la comunità Lgbtqia+». Il riferimento di Raspini è al 2003, quando le violenze toccarono una libreria del centro storico, colpevole di aver ospitato eventi legati alla cultura gay.
Tra i protagonisti di quella stagione ci sono anche alcuni estremisti di destra, tra cui un latitante, che negli ultimi mesi hanno animato il dibattito cittadino, attaccando in particolare un consigliere comunale d’opposizione, Daniele Bianucci, Capogruppo Sinistra Civica Ecologista. È anche per questo che la voce collettiva del Toscana Pride è un messaggio importante per la città di Lucca. «Dedichiamo il corteo alle persone razzializzate e migranti, alle persone con disabilità che hanno sfilato insieme a noi, a tutte le persone marginalizzate, precarie, rimaste senza una casa o un lavoro. Infine, da qui, da Lucca, vorremmo che arrivasse fino a Gaza e al popolo palestinese e a tutte le vittime di guerre coloniali, il nostro grido di rabbia, la nostra denuncia che chiede giustizia ma anche il nostro abbraccio di cura. E a chi ci perseguita – concludono gli organizzatori – al Governo Meloni e ai politici omolesbobitransfobici che sulla nostra pelle costruiscono il loro consenso noi diciamo: non ci avrete mai perché non era previsto che sopravvivessimo e, invece, siamo qui, da Stonewall a oggi. Indomiti e fieri».
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