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Lucano si ricandida come consigliere comunale

Lucano si ricandida come consigliere comunale

Il cielo sopra Riace Correrà con la lista «Il cielo sopra Riace», che candida a sindaca Maria Spanò, assessora uscente ai Lavori pubblici, in ballo c'è la lotta per non far morire quel modello di accoglienza dei migranti giudicato tra i migliori al mondo ma messo in discussione prima dall'ex ministro dem dell'Interno, Marco Minniti, e poi apertamente contrastato dall'attuale titolare del Viminale, Matteo Salvini

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 28 aprile 2019

Dopo tre mandati, il sindaco sospeso di Riace Mimmo Lucano si ricandida alle prossime amministrative del 26 maggio ma come consigliere comunale. Non potrà fare campagna elettorale tra i suoi concittadini perché, nonostante le due indagini che lo vedono coinvolto sono entrambe chiuse, continua a essere sottoposto al divieto di dimora.

Correrà con la lista «Il cielo sopra Riace», che candida a sindaca Maria Spanò, assessora uscente ai Lavori pubblici, in ballo c’è la lotta per non far morire quel modello di accoglienza dei migranti giudicato tra i migliori al mondo ma messo in discussione prima dall’ex ministro dem dell’Interno, Marco Minniti, e poi apertamente contrastato dall’attuale titolare del Viminale, Matteo Salvini.

IL PROSSIMO 11 GIUGNO comincerà a Locri il processo in cui Lucano è imputato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e abuso d’ufficio: gli vengono contestati gli affidi diretti a due cooperative sociali della raccolta differenziata (accusa che la Cassazione ha giudicato insussistente, chiedendo al tribunale del Riesame di rivedere la decisione sul divieto di dimora, decisione però confermata) e l’aver favorito «presunti matrimoni di comodo». Mentre il 12 aprile ha ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini per un secondo filone, in cui gli vengono contestati i reati di truffa e falso ideologico, per «avere indotto in errore il ministero dell’Interno e la prefettura di Reggio Calabria ricorrendo all’artificio di predisporre una falsa attestazione in cui veniva dichiarato che le strutture di accoglienza per ospitare i migranti erano rispondenti e conformi alle normative vigenti in materia di idoneità abitativa, impiantistica e condizioni igienico-sanitarie».

IN ESILIO fuori dal suo comune, costretto a difendersi in tribunale e dagli attacchi politici, il rischio è che si cancelli un modello di convivenza che aveva ridato viva a un piccolo dentro del Sud che si stava spopolando: «Non è una scelta demagogica quella di ricandidarmi – ha raccontato Lucano – ma è la volontà di ripartire per dare ancora un contributo. Ho iniziato tanti anni fa dal basso, dai luoghi non luoghi, e dal basso voglio ripartire. Per me la politica ha il significato di creare un rapporto diretto con le persone, di dare un contributo per il riscatto della nostra terra».

E ANCORA: «Avrei potuto approfittare dell’involontaria notorietà che mi circonda per candidarmi al parlamento europeo. Invece ho preferito candidarmi nel mio paese per proseguire quell’esperienza positiva». Per concludere con una stoccata a Salvini, salvato dal senato sul caso Diciotti: «Quando si sfrutta l’immunità che proviene da un mandato elettorale non si fa altro che dire a tutti che la legge non è uguale per tutti. Ho sempre detto di volermi difendere nel processo e non dal processo, come qualcuno invece ha fatto utilizzando certi escamotage. So che in una lista, che si oppone a quella nella quale ci sono io, sono in lizza candidati che si ispirano alla Lega. Vediamo come andrà».

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