Internazionale

L’ottimismo del ministro cubano Manuel Marrero Cruz

L’ottimismo del ministro cubano Manuel Marrero CruzIl ministro del turismo cubano Marrero Cruz

L'Avana L'incremento dei viaggi nell'isola caraibica

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 16 maggio 2015

Manuel Marrero Cruz, ministro del Turismo cubano, risponde sorridente alle nostre domande dopo aver concluso una conferenza nell’ambito della Fitcuba.

Cosa sta cambiando per Cuba dopo la ripresa delle relazioni con gli Stati uniti?
Dal 17 dicembre, il nostro presidente Raul Castro e quello degli Stati uniti, Barack Obama, hanno deciso di riaprire le relazioni diplomatiche, e per noi si sta aprendo una nuova sfida. Finalmente è stato riconosciuta la profonda ingiustizia determinata dal bloqueo economico, che tuttavia non è affatto terminato. Cuba viene percepita come un paese in sviluppo con grandi prospettive. Stiamo investendo molto nel turismo, ci sono molte opportunità nel commercio e specialmente con l’Italia con la quale stiamo cercando di ristabilire una piattaforma di lavoro per incrementare il commercio e il turismo fra i due paesi. Siamo all’inizio, non è stato eliminato il blocco degli Usa, non si sono ristabilite relazioni diplomatiche, continua a essere proibito il turismo degli Usa a Cuba, però a partire dalla nuova flessibilizzazione decisa da Obama stanno arrivando da noi turisti nordamericani, in base alle 12 licenze di viaggio concesse dal governo statunitense, soprattutto per scambi culturali. Nei primi tre mesi del 2015, il turismo è cresciuto del 14% rispetto all’anno scorso: soprattutto quello proveniente dal Canada (12,6%), dalla Germania (23,3%), dalla Francia (22,8%), dal Regno unito (30,6%), dall’Italia (10,8%) e dagli Usa (29,5%). L’Italia, con 25.434 arrivi è il nostro quinto mercato. L’arrivo dei turisti statunitensi è un segnale positivo, ma per il resto è un processo che richiederà tempo.

Non temete che l’arrivo di ulteriori investitori privati che seguono le regole del profitto possa devastare il territorio? Cuba è ancora un paradiso incontaminato, come intendete preservarlo?
Da oltre 50 anni stiamo lavorando per metter fine al blocco economico e ristabilire una relazione paritaria. Non temiamo di farci contaminare né culturalmente né concretamente. Cuba ha leggi importanti che proteggono l’ambiente, sia a livello nazionale che territoriale. Studiamo dettagliatamente quanti piani di altezza devono avere villaggi turistici e hotel, a che distanza devono stare dalla spiaggia e ogni tipo d’impatto ambientale e di armonizzazione con il territorio. Non lasceremo adesso che si imponga una cultura dominatrice nel paese, manteniamo i nostri principi e la nostra identità. Riceveremo i turisti Usa come facciamo da anni con tutti gli altri turisti del mondo, con la stessa accoglienza con cui incontriamo gli altri.

E per le condizioni di lavoro? Che bilancio fate dopo tanti anni di doppia moneta e diverso registro lavorativo? Cambierà qualcosa per i lavoratori con una nuova ondata di imprese capitaliste?
La cosa principale è che abbiamo un popolo con un livello culturale molto alto. Come avrà avuto modo di constatare, nel turismo il 22% dei lavoratori è laureato. Le persone hanno piena coscienza del processo in cui ci troviamo. Tutti i cambiamenti che abbiamo deciso e che si stanno producendo sono stati decisi e approvati dal popolo e dal parlamento. Tutti sanno che stiamo approfondendo il socialismo per portare una maggior prosperità.

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